Marinaresche
Il mare è stato sempre cantato molto, per ritmare il lavoro, per cullare la nostalgia nei rari momenti di pausa. Pescatori o pirati o trasportatori di merci, esploratori o militari, mozzi o ufficiali, ai tempi precedenti all’avvento delle navi a vapore, cantavano e suonavano strumenti per darsi forza e mantenere l’equilibrio psicofisico, dando vita a un genere che si potrebbe definire il “blues dei marinai” e che ebbe un copioso catalogo di brani sopratutto in lingua inglese.
La barcarola era invece il canto dei gondolieri veneziani e diventò forma musicale adottata da molti compositori dell’area “colta” da Paisiello a Bartok, includendo barcarole celebri quali quella di Offenbach, Chopin e Verdi. Benché nella prima metà dell’Ottocento appaiano canzoni napoletane in forma di barcarola, come Santa Lucia o U mare che bà, il mare partenopeo ispirerá un gran numero di autori che comporranno canzoni che nulla hanno sia del “blues dei marinai” sia della barcarola. Saranno canzoni marinaresche schiettamente e squisitamente napoletane. E se ne avranno in gran numero e alcune saranno e restano celebri come Luna nova, ‘O mare canta, ‘O marenariello, Piscatore ‘e Pusilleco….
Abbiamo qui un florilegio di canzoni napoletane marinaresche in buona parte cadute dell’oblio. Non abbiamo incluso quelle piú celebri e nemmeno quelle che cantano di sirene.
U Mare Che Bà
Barcarola
Teodoro Cottrau, 1825
Gianni Lamagna
Arrangiamento che coglie l’essenza della barcarola. Lamagna ricrea meravigliosamente il cantare all’antica. Versione di grande bellezza.
Comm’ a ‘nu mare
Salvatore Di Giacomo – Giovanni Barbieri, 1886
Capolavoro assoluto e incredibilmente dimenticato. Interpretazione magistrale di Fausto Cigliano: una lezione di musicalità che dimostra come si possa giungere ai massimi livelli con fare sobrio, raffinato, elegante, come ’è opportuno con una canzone-romanza come questa.
‘A Serenata d’ ‘o marenaro
Aniello Califano – Salvatore Gambardella, 1903
Giorgio Schottler Jr.
Stupenda versione di un Maestro posteggiatore. Accenti delicati, belle modulazioni e note tenute. Fraseggio di grande comunicativa.
Gianni Lamagna
Arrangiamento forse troppo classicheggiante e raffinato. Il canto di Lamagna merita i superlativi. Magistrale per pathos melodico, dizione, accenti, varietà dinamica e rispetto per lo spirito del brano-
Mare, mare!
Gennaro Rainone – Giuseppe Capolongo 1909
Bella marinaresca ingiustamente dimenticata.
Diego Giannini
Fruscio forte, suono mediocre, andamento lento, canto teso, espressivo tendente al drammatico, forse un po’ troppo lineare.
Raffaele Balsamo
Migliore resa fonica. Andamento più rapido, accenti incisivi, linea melodica ben delineata in canto meno statico, più improvvisato con dinamica più amplia e buone note tenute. Canto nostalgico più che drammatico.
‘A riggina d’`o mare
Salvatore Di Giacomo – Ettore Bellini, 1910
Le canzoni dimenticate su versi del Di Giacomo andrebbero recuperate in toto. Questa stupenda marinaresca parte con una ritmata e suggestiva introduzione di Ettore Bellini, che costruisce tutto il brano con allegra creatività.
Mario Massa con Aldo Gabrin.
Andamento moderato. Eccellente resa vocale, accenti opportuni, dizione squisitamente popolareggiante.
Voca luntano!…
Ferdinando Russo – Rodolfo Falvo, 1913
Alfredo Ribelli
Andamento veloce con agogica ben variata. Bella voce, espressiva, capace di buone modulazioni.
Giacomo Rondinella
Andamento lento, tendenza a scurire il timbro vocale, accenti accorati, drammatici senza eccessi, dinamica ampia per una eccellente versione.
Marenare traduto
Gennaro Ottaviano – Vincenzo D’Annibale, 1922
Salvatore Papaccio
Canto intenso, accorato ma non eccessivamente patetico o drammatico, andamento giustamente moderato.
Comm’’o mare…
Enzo Fusco – Rodolfo Falvo, 1924
Vittorio Parisi
Resa fonica mediocre. Parisi in eccellente forma, stacca un tempo rapido per poi rallentare per dare massimo pathos alla melodia con un vibrato stretto e note tenute magistrali. Grande interpretazione
Ebe De Paulis
Resa fonica mediocre, canto intensamente melodico, slancio e espressione, agogica variata. Buona versione.
Varca Napulitana
Eduardo Scala – pasqualeFrustaci, 1924
Giuseppe Godono 1926
Probabilmente la prima incisione di questa bella canzone. Andamento lento, canto teso e drammatico, ben delineata la melodia. Dinamica poco ampia.
Tito Schipa
Buona resa fonica. Andamento giustamente mosso, fraseggio di intensa musicalità, vibrato sobrio. Versione eccellente.
‘A tirata da rezza
Raffaele Viviani, 1926
Senza parole…
Sergio Bruni
Canto teso, incisivo, mosso da un’intensa emozione. Grande interpretazione.
Nino Taranto
Grande attore che risolve da par suo, recitando con grande espressione e forza ritmica più che cantando, l’arduo compito di interpretare Viviani.
Pino De Maio
Chitarra dal bel suono, delicato. Canto garbato molto piacevole, accenti opportuni, forse però in questo frangente Viviani richiederebbe un tono più corposo, un fraseggiare più popolaresco.
Vuto ‘e marenaro
Pasquale Frustaci – Eduardo Scala, 1930
Ferdinando Rubino
Tenpo veloce, vocalità prorompente, estroverso, dizione incisiva accenti forti.
Ciro Formisano
Superba interpretazione, nota tenuta con intenso vibrato al minuto 1:21, prima in dirimendo e poi in crescendo, exploit che ripete al finale. Formisano è un Maestro nel cantare canzoni marinaresche.
Destino ‘e marenaro
S.N. Tortora – G. Giuseppe Cioffi, 1931.
Diego Giannini
Suono precario, s’intravede la taglia del buon interprete.
Gilda Mignonette
Meravigliosa, accorata drammatica, al di là d’ogni confronto.
Franco Capaldo
Questa volta ‘o lione’ canta piano, introspettivo, sdrammatizzando la canzone
Carlo Buti
Canto elegante fatto di finezze, troppe per un brano del genere.
Tira ‘a rezza!…
Enzo Bonagura – Luigi Vinci 1949
Francesco Albanese
Canzone di scarso successo. Il tenore Albanese è qui nella fase della sua carriera con tendenza a cantare da baritono. Eccellente interpretazione di un artista che mai delude.