

“AMICI” di Maria De Filippi
Mi capita a volte di vedere “AMICI”¹, una delle tante vetrine televisive molto ambite dai giovani, sono molto curioso di scoprire le qualità artistiche di ragazzi capaci di mostrare attraverso la musica o la danza, un gusto e una forza espressiva spesso frutto di un vissuto già pesante, e perciò scelti per queste trasmissioni, poi cominciano le lezioni e vediamo i loro Maestri svolgere un lavoro di demolizione, e li provo un grande fastidio e spesso spengo il televisore.
Provengo da una lunga esperienza d’insegnante di Musica, in conservatorio e fuori, ho incrociato centinaia di ragazzi, e ogni volta ho imparato qualcosa da ognuno di loro.
Ho imparato che quello che avevo appreso non sempre mi era utile anzi, spesso mi occorreva una nuova esperienza. Ho rivisto perfino il concetto di un giudizio “oggettivo” alla presenza di caratteristiche che la “Scuola” del “si fa così”, boccerebbe. Che significa “si fa così”? Il nostro pensare non è giusto solo perché è stato sperimentato su noi stessi.
Ogni volta che uno studente viene a noi affidato, abbiamo il dovere morale di capire in che modo possiamo essergli utile, non certo dandogli il nostro credo, ma sviluppando il suo. Tutti i docenti, credono di avere delle verità da elargire, ma non è così. Il compito del Maestro è sviluppare il potenziale di tutti, da quelli che non mostrano di averlo a quelli che già lo manifestano… ad altri le basi, stimolando l’allievo nel suo percorso di crescita ad avere anche un ruolo critico attivo.
Quando in uno studente si stimola la cultura, smette di essere un “dattilografo” (dalle trecento battute al minuto e senza sapere cosa sta scrivendo), e comincia a raccontare la musica, la pittura, la danza …o la disciplina in cui è impegnato.
La Musica è un linguaggio molto forte, si assimila dall’esterno, suoni che incontrando il nostro vissuto esplodono nel nostro corpo, provocando un Urlo di “sconvolgimento”, e non vi può essere NESSUN Maestro a dire non lo devi fare, è sbagliato, “si fa così”.
Ma quel così è la sua emozione, non quella del giovane a lui affidato.
E’ un lavoro MOLTO difficile, bisogna lasciare esprimere completamente un allievo, per poi discutere “l’ordine” di cui quell’esibizione avrebbe bisogno. Quando i ragazzi cantano o danzano, sono spronati solo nella direzione in cui crede il loro insegnante, … e le caratteristiche di ognuno? …….
M’infastidisce la sensibilità ZERO di Maestri che distruggono e mortificano questi ragazzi in maniera così vergognosa anche al momento dell’esibizione, mettendoli nella peggiore condizione umorale che certamente non aiuta al meglio la loro esibizione.
I tempi sono cambiati, oggi i ragazzi a venti anni e meno, hanno dei vissuti familiari spesso molto forti!!! quindi, quando dichiarano di esprimere nel danzare, o nel suonare o nel cantare tutta la loro vita, significa già un vissuto importante, “sofferto”.
La Celentano (docente di Danza) potrebbe (penso) ottenere ottimi risultati, invece si pone in maniera negativa con la sola critica.
Io ho sempre preso gli scarti dei miei colleghi, o gli alunni che non decollavano, e con il mio amore per i ragazzi e per la musica sono di solito riuscito a portarli a risultati importanti che altri non ottenevano.
Eppure sono convinto della “dolcezza” della Celentano, ma da Maestro di Danza no, peccato perché sembra persona capace e preparata, ed ha rispetto per la sua disciplina, e ritiene giustamente fondamentale la preparazione classica, ed io condivido questo rispetto e questa selezione nell’Arte, perché è quello che faccio. Però, in presenza di stimoli nuovi, diversi, mi allontano dal procedere accademico e divento una figura di secondo piano che appare senza disturbare, con iniezioni sottocutanee che in seguito sfoceranno in qualcosa, ma è difficile, devi essere capace di curare una preparazione accademica in un modo tale da non traumatizzare l’allievo, quasi in maniera indolore.
Quali sono i risultati alla fine del percorso di questi ragazzi? Non hanno più quelle caratteristiche per cui erano stati scelti, molti peggiorano o addirittura snaturati.
Un esempio? “LO STREGO”, era un giovane molto interessante, nuovo, è stato distrutto dalla Scuola di Amici ed è completamente scomparso. Questo modo di procedere, crea anche delle rivalità tra insegnanti che alla fine ricambiano dispetti punendo persone che meritano, e che invece si vedono scavalcate o buttate fuori dal posto che avevano conquistato a vantaggio di chi ha meno talento.
Ho sperimentato (anche sulla mia pelle) che tra colleghi, in presenza di un giovane con qualità musicali spiccate, scatta un meccanismo sottile d’invidia che porta a non dare giudizi di apprezzamento, e a screditare anche il lavoro dell’insegnante a cui è affidato.
Maria De Filippi ama i ragazzi, e si rende conto che manca il messaggio esterno, non siamo circondati dal bello. I ragazzi assimilano quello che c’è, ma il loro mondo è fatto principalmente di canzoni e canzonette e che ben vengano, ma finiscono molte volte per essere una miscela “pericolosa” nell’animo di una grande fetta di questi giovani appartenenti a famiglie dove spesso non sono compresi, e sono quindi malati nell’animo, perciò gridano a noi quello che hanno dentro, e noi dobbiamo ascoltarli per poterli guidare nelle cose belle della Musica e della Danza e delle Arti, necessarie per gli equilibri dei nostri Umori e Sentimenti…..
………………..Sarebbe interessante e istruttivo un Reality Danza e Musica Classica.
Salvatore Orlando aprile 2018