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Appunti per una storia della canzone: Fabrizio De André 

28 mayo, 2021Erase un vez la canciónGianni Cesarini

Fabrizio De André 

Le acciughe fanno il pallone (Live)

Il testo di questa canzone dell’ultimo  De André, scritto assieme ad Ivano Fossati, contenuto nell’album Anime Salve ( il tredicesimo di De Andrè, del 1996), é un vero piccolo capolavoro, non apprezzato  come merita.  I due cantautori, genovesi entrambi, si rifanno a una leggenda popolari della loro città e alla vita dei pescatori.

Le acciughe fanno il pallone

Che sotto c’è l’alalunga

Se non butti la rete

Non te ne lascia una

Alla riva sbarcherò

Alla riva verrà la gente

Questi pesci sorpresi

Li venderò per niente

Se sbarcherò alla foce

E alla foce non c’è nessuno

La faccia mi laverò

Nell’acqua del torrente

Ogni tre ami

C’è una stella marina

Amo per amo

C’è una stella che trema

Ogni tre lacrime

Batte la campana

Passano le villeggianti

Con gli occhi di vetro scuro

Passano sotto le reti

Che asciugano sul muro

E in mare c’è una fortuna

Che viene dall’oriente

Che tutti l’hanno vista

E nessuno la prende

Ogni tre ami

C’è una stella marina

Ogni tre stelle

C’è un aereo che vola

Ogni tre notti un sogno

Che mi consola

Bottiglia legata stretta

Come un’esca da trascinare

Sorso di vena dolce

Che liberi dal male

Se prendo il pesce d’oro

Ve la farò vedere

Se prendo il pesce d’oro

Mi sposerò all’altare

Ogni tre ami

C’è una stella marina

Ogni tre stelle

C’è un aereo che vola

Ogni balcone

Una bocca che m’innamora

Ogni tre ami

C’è una stella marina

Ogni tre stelle

C’è un aereo che vola

Ogni balcone

Una bocca che m’innamora

Le acciughe fanno il pallone

Che sotto c’è l’alalunga

Se non butti la rete

Non te ne restauna

Non te ne lascia una

Non te ne lascia

A Genova una storia si tramanda da generazioni: al principio del mondo, le acciughe erano stelle. Fu la luna, invidiosa della loro luminescenza, a cacciarle in mare.  Questi piccoli pesci argentei confondono le luci del firmamento cui vorrebbero tornare, con le lampare. Infatti le acciughe vengono pescate solo nelle notti in cui non vi è luna piena. La luce della luna ostacolerebbe la pesca. I piccoli pesci tornano in superficie attirati dal miraggio artificiale. Vorrebbero ricongiungersi al cielo, ma finiscono nelle reti. I pescatori di acciughe sono pescatori di stelle. 

“Carpe diem!” di oraziana memoria sembra dire Fabrizio De André al pescatore. È proprio nel momento in cui le acciughe si riuniscono in un fitto banco vorticoso (fanno il pallone) per sfuggire all’alalunga, il pescatore deve essere rapido a gettare le sue reti, prima che il vorace tonno le divori. Le acciughe fanno il pallone sembra  significare in ultima analisi l’impossibilità, di poter scegliere. Le acciughe sono protagoniste di un viaggio senza speranza e restano vittime di un destino crudele che permette loro di scegliere unicamente di che morte morire: o il pescatore che le cattura dall’alto o l’allunga  che le divora dal basso

De André fa riferimento anche a un’altra leggenda, proveniente da  lontano: quella del “pesciolino d’oro” dello scrittore russo Aleksandr Puškin:

“Se prendo il pesce d’oro
ve la farò vedere
se prendo il pesce d’oro
mi sposerò all’altare”

È infatti il magico pesciolino d’oro l’unico che potrebbe esaudire il desiderio del pescatore, e con lui dell’uomo in generale, di cogliere comunque il momento che possa cambiare la sua vita, in cerca di un “sogno che mi consola” e di “una bocca che mi innamora”.

Alla figura delle acciughe che restano intrappolate nelle sue reti e che verranno vendute al mercato si contrappone infatti quelle delle “villeggianti con gli occhi di vetro scuro” che “passano sotto le reti che asciugano sul muro” senza rimanervi e senza che lui riesca a coglierle, proprio come quella “fortuna, che viene dall’oriente, che tutti l’hanno vista e nessuno la prende.”

Come si vede, siamo di fronte a una delle vette creative non solo del percorso di De André, ma della canzone d’autore italiana dell’ultimo mezzo secolo. 

Gianni Cesarini
http://www.hipocratesforever.com/
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Gianni Cesarini Fotógrafo – Musicólogo – Periodista – Escritor - Naturópata - Ecologista - Maestro de Masaje Wukong - Maestro de Meditación Ze.

Desde adolescente rechacé totalmente el sistema escolar para formarme esencialmente como autodidacta. Estudié, de manera profunda, filosofía, literatura, artes plásticas, siendo mi...

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