Don Backy cantando la follia.
Prima c’erano i matti, gli alienati, con la loro follia da confinare, da tenere lontana dalla collettività, c’erano i manicomi. Con tutto il terribile carico: fili spinati, cinghie di cuoio, camicie di forza, carcerieri sadici, whisky, cloroformio, botte e acqua gelata. Fetori nauseanti e strutture fatiscenti. C’erano le celle di isolamento. C’erano guardiani scelti in base alle doti fisiche piuttosto che intellettive e i malati erano cose, non persone. Cose da lavare e vestire, legare e fustigare. Prima, però, c’era anche chi provava orrore per tutto questo e sognava una rivoluzione del sistema, una rivoluzione culturale esplosa il 13 maggio 1978, culminando nell’approvazione della Legge Basaglia che, disponendo la chiusura dei manicomi, segnò una svolta nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici, una cesura con il passato dalla quale non si può che andare avanti sulla strada della dignità.
La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio fu creato da psicopatici senza la minina compassione. Struttura indegna di un società civile.
Don Backy, nato nel 1939, aveva 32 anni quando nel 1971 scrisse la canzone-capolavoro “Sognando”, quindi sette anni prima dell’approvazione della legge Bisaglia. La canzone fu rifiutata da vari editori a dai promotori del Festival di San Remo, e nel 1974 Don Backy la incise a sue spese per una piccola etichetta artigianale. Nel 1976 fu notata e registrata da Mina, nel 1978, infine, Don Backy la pubblicò in album e singolo il primo inciso per la sua etichetta Ciliegia Bianca. Canzone straziante più che inquietante, commovente, da ascrivere tra i momenti più alti della canzone d’autore italiana. Grazie a Mina arrivò al grande pubblico e poi si sono avute molte cover, alcune di notevole forza espressiva.
Don Backy
Mina
Interpretazione frutto di una musicalità e vocalità di classe eccelsa che però non coglie in pieno la terribile drammaticità del brano
Oltre alla versione in studio incisa per l’album “Singolare” (ottobre 1976), esiste anche la versione live registrata per “Mina live 78” durante gli ultimi concerti dal vivo della cantante. Pino Presti: arrangiamento e direzione orchestra, basso e marimba Alberto Mompellio: piano: violino Ellade Bandini: batteria George Aghedo: percussioni Giorgio Baiocco: flauto
FIORDALISO
Interpretazione struggente, altamente drammatica di un’ artista purtroppo sottovalutata.
Cristiano Malgioglio
Singolo estratto dall’album «Cara Mina ti scrivo…» Cantante: Cristiano Malgioglio. Anno: 2010. Originalità portata all’estremo.
Avast
2014: Benedetto Guadagno – voce Fabio Gammone – chitarra acustica Giovanni Lentini – chitarra classica Cristiano Giammatteo – tastiere Roberto Bellasalma – basso Antonio Giambitti – batteria Registrato da Antonio Giambitti
“Ciao amici, ho ascoltato “Sognando” nella vostra versione e devo dirvi che l’ho apprezzata e messa nel mio archivio. Mi piace quando artisti giovani re-interpretano a loro modo di sentire, i vecchi successi. E’ la dimostrazione della validità delle canzoni, anche dal punto di vista di nuovi musicisti. Rifare una cover uguale all’originale, non ha senso. Vi faccio i miei complimenti. Buon lavoro» Don Backy
Raphael
“No me comprendo”
Cosí la canzone arriva in Spagna e America latina.