Ernesto De Curtis, 4 di ottobre del 1875, Maestro dei Maestri.
Diplomato in pianoforte é stato autore prolifico di canzoni napoletane e italiane, raggiungendo con molte di esse un successo straordinario: Torna a Surriento (1902- pubblicata nel1904), Voce ‘e notte (1903), Canta pe’ mme (1909), I’ m’arricordo ‘e te… (1912), ’A canzone ‘e Napule (1912), Sona chitarra !… (1913), Tu ca nun chiagne!… (1915), ‘O balcone ‘e Napule (1934) solo per citare i maggiori e probabilmente Torna a Surrriento é la canzone napoletana più cantata in assoluto. Vorrei però dire che, rimanendo nell’ambito del genere dell’”elogio dei luoghi”, ‘A Surrentina, degli stessi fratelli De Curtis ci appare più raffinata, eloquente, bella. Ernesto De Curtis fu per molti anni accompagnatore al piano di Beniamino Gigli, soprattutto nelle tournèe americane.
Nel ricordare De Curtis nel giorno dell’anniversario della sua nascita ho orientato la scelta verso canzoni meno celebri, con l’eccezione di Canta pe’ me, per presentare due straordinarie versioni in russo (le versioni in napoletano più impattanti sono quelle di De Lucia, dall’andamento lentissimo, commovente, di Caruso portentosa per slancio e potenza espressiva e forse insuperata e quella di Albanese, come sempre di una classe superiore).Avrei voluto includere Faciteme felice su versi di Vincenzo Russo cantata da Mario Massa, però è assente su Youtube.
Canta pe’ me! (1909)
(Libero Bovio)
Mikhail Davidovich ALEXANDROVICH
Solomon Khromchenko, Cond.-A.Orlov
Amalia! (1902)
(G.B. De Curtis)
Diamo spazio a Antonello Rondi, interprete attuale di generosa espressività e buoni mezzi vocali, molto ben sostenuto dall’orchestra.
‘A surrentina (1905)
(G.B. De Curtis)
Meravigliosa canzone, appannaggio dei tenori, interpretata dal meraviglioso Fernando De Lucia con la sua tipica libertà ritmica, il fraseggio commovente, i filati strepitosi. Tra le versioni meno datate e di pregio abbiamo Francesco Albanese, Enzo De Muro-Lomanto, Gabriele Vanorio. Per chi desideri un cantante non di voce resta il sempre convincente Roberto Murolo.
Sora mia (1910)
(Rocco Galdieri)
Stupenda accorata canzone della quale Roberto Murolo resta interprete sublime. Buone versioni sono anche quelle di Franco Ricci e Nino Fiore. ho scelto però un tenore napoletano ingiustamente caduto nell’oblio, Augusto Ferrauto, interprete capace di variazioni di colore e di ritmo assecondando magnificamente il significato dei versi.
Autunno (1914)
(Libero Bovio)
Stupenda triste canzone cantata da molti artisti e spesso molto bene. Ho scelto due versioni, tra le più riuscite in assoluto, questa del tenore Francesco Albanese , interprete capace di cambiare timbro, colore, espressione a seconda del testo. Vero grande Maestro
E qui il grande Fausto Cigliano, con la sua dizione eccellente, gusto squisito al servizio di una musicalità finissima, dominio della chitarra che non teme confronti.
Senza nisciuno!… (1915)
(Antonio Barbieri)
Cantato da molti prestigiosi tenori sulla scia dell’ineguagliabile Caruso, ho scelto Schipa non perché sia il migliore bensì per una affinità di gusto che mi lega a questo cantante che è un vero grande musicista. Altre stupende versioni sono quelle di Richard Tucker, Beniamino Gigli e Francesco Albanese e il sorprendente baritono russo azerbaiyano Muslim Magonaev, famoso in URSS come “il Sinatra sovietico”.
‘A guerra (1910)
(Libero Bovio)
La mitica Elvira Donnarumma in una delle sue più belle interpretazione, ricca d’espressione drammatica tremendamente realistica, vera, timbri vari e opportuni. Un capolavoro!
Mese gentile (1934)
(Nello De Lutio)
Infine l’altra straordinaria interprete napoletana, grandiosa nel canto accorato, drammatico, nostalgico.