Fred Bongusto
Bongusto, nato Alfredo a Campobasso il 6 aprile del 1935, figlio di Giuseppe originario di Monte di Procida, vicino Napoli e morto in guerra sul fronte ellenico, la madre era di origine veneta. Mancato calciatore, Alfredo si iscrisse alla Università di Modena, facoltà di legge. Poi si trasferì a Napoli e si iscrisse di nuovo alla Università, facoltà di Lettere. Divenuto Fred per il pubblico fin dagli inizi della carriera negli anni ’60, ha sempre respinto l’idea che il pubblico lo ami soltanto perché canta canzoni d’amore: “La carta vincente è la mia faccia, la mia personalità”, ha detto. “Chi viene a sentirmi me lo legge in fronte che da ragazzo soffrivo perché non trovavo un rapporto felice”.
Fred Bongusto è nato quindi in Molise, fra la gente di montagna. Ma l’autore di Una rotonda sul mare e di altri celebri motivi come Frida o Tre settimane da raccontare, di montanaro ha ben poco, come ha ammesso lui stesso in alcune dichiarazioni. Preferisce posti di mare, luoghi caldi. Non tanto Roma dove vive, ma piuttosto Ischia, con la sua Sant’Angelo dove ha casa da molti anni e i Campi Flegrei di Napoli, dove sogna di andare un giorno ad abitare.
Crooner di grande livello, amante del semi-jazz alla Frank Sinatra, romantico fino al midollo, con la sua voce calda e suadente ha marcato profondamente gli anni Sessanta. Ha scritto varie canzoni in napoletano e interpretato vari classici sempre col suo personale stile. Ero molto giovane quando dalle colonne del Mattino spesso sparavo a zero, esagerando. Scrissi di Fred che cantava sempre la stessa canzone cambiando solo il titolo. Lo conobbi a Ischia. Al sentire il mio nome cominciò a ridere… aveva preso a ridere la mia recensione. Fu molto cordiale e trascorremmo bei momenti parlando di canzoni. Mi perdonó perché per lo meno non avevo scritto che cantava male.
I maggiori successi di Buongusto sono in lingua italiana. In lingua napoletana restano importanti alcune sue composizioni quali Doce doce e Frida e le rivisitazioni di canzoni come Accarezzame, Anema e core, ‘Na voce, ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna, Nun è peccato!, Ammore scumbinato, interpretate col suo peculiare stile e destinate ai frequentatori di locali notturni. Incursioni nel repertorio dei grandi classici dell’”Epoca d’oro” della canzone napoletana, come Core ’ngrato, portano a risultati lungi da fare storia, pur mantenendo un valore legato all’epoca dei trionfi di Fred Buongusto. Scrisse le musiche di ben 19 colonne sonore da film fra le quali quella “Malizia”, 1973, che incassò la stratosferica cifra di 5 miliardi di lire. Nel 2005, riceve, per i 50 anni della carriera, la Targa d’Argento dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e, nel 2006, il titolo di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Doce doce
La versione originale del 1961 fu un hit . Come un gattone dalla voce felpata, canta con un tono che disarma qualunque donna d’animo romantico. A risentirla oltre cinquant’anni dopo ci si accorge che il buon Fred sfida il tempo, almeno con questa canzone, che stranamente pochi cantanti hanno ripreso forse perché troppo legata alla vocalità dell’autore. Lo farà Peppino Di Capri, ritmandola con calibrato drive e modulandola col suo inconfondibile stile canoro, lo farà anche Massimo Ranieri che pur disponendo di un’ottima base strumentale, non convince del tutto, soprattutto per la durezza di molti attacchi. Questo canzone impone un tono più confidenziale, più pacato, “doce” appunto. Il tono che fece colpo di Jaqueline Kennedy, che ribattezzò Fred chiamando “Mister Doce Doce”.
Frida
Altro successo che dilagò sotto gli ombrelloni di spiaggia in spiaggia. Buona canzone ma senza il potere suggestivo di Doce doce.
‘I te vurria vasà!…
(Vincenzo Russo -Eduardo Di Capua)
Un grande classico fatto rivivere sotto una luce del tutto diversa. Da entrateiner, crooner, cantante confidenziale, inguaribile romantico.
https://youtu.be/4VF_KfmQUs0
Napoli c’est fini’!
(Mascolo-Piccolo-Bongusto, 1964)
Canzone presentata al XII° Festival di Napoli, 1964; la bella canzone venne interpretata anche da Luciano Lualdi, conquistò il secondo posto.
‘O cielo ce manna ‘sti ccose
(F. Bongusto-Armando Trovajoli, 1964)
Inserita nel film “ Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, 1964. Capolavoro cinematografico con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, il bell’arrangiamento è di Armando Trovajoli. Canzone tanto bella che Mina ben 50 anni dopo l’ha inserita in un suo album di successo!
Signori….MINA!
Quanno staje cu’ mme…
(Nino Oliviero, 1952)
Bongusto la riprese nel 1966, incisa anche da Teddy Reno, Claudio Villa e Giacomo Rondinella fra gli altri.