I quattro ciucci da New Orleans a Napoli
Molti conoscono la canzone “I quattro ciucci” grazie alle esecuzioni di Renzo Arbore, ma pochi sanno che si tratta di una canzone nord-americana. Fu Shelton Brooks, un compositore canadese di jazz che nel 1917 scrisse “The darktown strutters ball”, lanciata dalla mitica’”Original Dixieland Jazz Band”. Il testo della canzone è completamente in inglese e il successo fu enorme. La canzone divenne uno standard interpretato da un gran numero de musicisti, da jazzisti come Duke Ellington e Fats Waller a crooners come Dean Martin.
«The darktown strutters ball» arrivó a Napoli nei primi anni Sessanta e diventò I quattro ciucci. Per primi la incisero i Campanino, però al momento la loro versione non appare in Web. Ricordo vagamente una loro interpretazione dal vivo alla Mela in via dei Mille, però non sono in grado di scriverne.
Poi la canzone sarà ripresa da vari gruppi e cantanti napoletani, tanto da essere erroneamente considerata una canzone napoletana.
Darktown Strutters Ball
Original Dixieland Jazz Band
Ecco il punto di partenza di questa canzone, siamo a New Orleans, 1917, agli albori del jazz con lo stile dixie.
Dark town Strutters Ball
Alberta Hunter
La canzone si tinge di blue, Siamo di fronte alla grande Alberta Hunterm l’angelo del blues.
Darktown Strutter’s Ball
Ella Fitzgerald.
La “regina del jazz”, con la sua limpida voce che si estende per tre ottave, trasporta la canzone in una atmosfera tra hot e swing. Magnifica interpretazione piena di verve.
Darktown Strutters Ball
Fats Domino
Il simpatico (grassottello) pioniere del rock&roll in una versione che fece epoca e che curiosamente oggi non appare tanto datata.
Darktown Strutters’ Ball
Lou Monte
Siamo nel 1954, Lou Monte, cantante italo-americano (si chiamava Louis Scaglione) che amava inserire, in alcune canzoni, dei testi in italiano-napoletano-siciliano, pronunciati con il tipico accento degli Italiani in America. Per “Darktown strutters ball” creó il testo non-sense que racconta di un tizio che va a prendere la ragazza con quattro ciucci perché ha un appuntamento “sotto ‘o basament…”. Certo non si tratta di un grande logro poetico-letterario ma solo di qualche battuta giullaresca. Prodotto dalla RCA Victor la versione di Monte ebbe un grande successo in tutto il mondo.
I QUATTRO CIUCCI
I Freddies’s
Anno 1964. Gruppo romano in cui vi è tra i componenti Gianni Mazza, anni dopo conosciuto come direttore d’orchestra ed arrangiatore. Il complesso porta il brano a “Gran Premio”, il programma televisivo quell’anno abbinato alla “Lotteria di Capodanno”. Arrangiamento ritmicamente vivace vagamente jazzato ed arricchito da ragli d’asino e dialoghi recitati, e da altri ciucci che diventano otto.
‘ E Quatt’ Ciucci
Peppino Brio
I dischi di questo cantante originario di Afragola hanno fatto registrare cifre de vendita molto alte senza però entrare tra i top nelle classifiche. Nessun hit quindi, ma molta popolarità. A suo modo fu artista innovatore interpretando canzoni classiche napoletane. Portó a Napoli ‘E quatt’ ciucci a Napoli e molti altri cantanti napoletani la inclusero nel loro repertorio.
I quattro ciucci
Lucio Dalla con Renzo Arbore e Max Catalano
Tutta da ridere, però musicalmente notevole, ritmo jazz travolgente. Dalla si diverte de morire. I quattro ciucci, che qui sono tre come avverte Lucio, arriva cosí al grande pubblico italiano. Esistono altre versioni di Arbore solista.