Mikele Buonocore: dalla terra vesuviana un canto di speranza
San Giorgio a Cremano, 21 ottobre 1977
Fa musica con radici popolari ma che guarda al futuro, canta spesso la sua terra, terra vesuviana, un habitat problematico, duro, violento. Nei suoi testi messaggi sul sociale. Per un tempo ha lasciato la musica ed è tornato in scena per il terzo Festival della Canzone Napoletana New Generation 2017. Lo ha fatto presentando sobriamente Io voglio solo a te, la sua prima canzone d’amore della quale ha detto: “Parlo d’amore per accogliere in una sorta di abbraccio che strappi una speranza, più che cercare la lacrima di un pezzo d’amore”.
Bella canzone con musica coinvolgente, raffinata, che riveste parole che fanno poesia. E nel tempo della post-bellezza, della post-verità, della scarsezza di cultura poetica, in un’Italia fatta da italiani per la metà semianalfabeti Io voglio solo a te prende relativamente pochi like in Youtube. Non vincerà, ma il suo valore resta per chi ancora ha orecchio sensibile alla vera musica e cuore e mente sensibili al linguaggio poetico.
Continua Michele, non abandonare di nuovo. Canta con la tua chitarra davanti a piccole platee, continua a creare bellezza, a lanciare messaggi di speranza. Magari incontrerai un produttore illuminato che saprà dare più forza e carattere agli arrangiamenti delle tue musiche. C’è bisogno di artisti come te. Ne hanno bisogno quelli che sanno che la morte definitiva della poesia sarà il preludio alla fine della nostra “civilizzazione”.
Io voglio sulo a te, 2017
Terra Vesuviana, 2005
Qui un brano tratto dal CD “Suono”, terra bruciata e terra viva nel bene e nel male.
‘E mmane ’e Cristo
Potente Tammuriata, potenti crudi versi di denuncia sociale… la tipica religiosità pagana dei napoletani si erge come antitodo alla criminalità, alla violenza… “ Doie mane nuie tenimme pe’ sarà, doie mane nuie tenimme pe’ rubà, doie mane nuie tenimme pe’ pregà…..”:
‘A fede cherè LIVE 2010
Ecco il Buonumore che più apprezziamo, seduto imbracciando la chitarra, per fare una poesia che parla di une fede che è già storia passata, che dava linfa alla vita e potrebbe ancora darla. Seduto imbracciando la chitarra accompagnato de buoni musicisti, a cominciare dall’eccellente tastierista Joe Amoruso.