Te l’hè ‘a tènnere!…
Sul cantare napoletano di questa meravigliosa artista israeliana abbiamo già pubblicato un articolo. Torniamo a parlare di lei per un singolo pubblicato in questi giorni che prelude a un album dedicato alla canzone napoletana. E lo facciamo perché sorprendentemente la Oryon si presenta come autrice della musica e dell’arrangiamento di una canzone scritta su un testo di Benedetto di Bitonto. Da qualche parte si letto che questo brano risalirebbe alle villanelle e moresche di Orlando di Lasso e che la lingua è antica.
Bene, scomodare il divino Orlando è un poco avventato: la sua musica è polifonica, le villanelle sono a tre voci. La canzone in questione è monodica e sarebbe troppo considerare i passaggi del clarinetto di Yaden Kedar, peraltro bellissimi, o l’accompagnamento dl mandolino di Raziel Tsur e i brevi interventi del flauto di Michal Drori Kazir come voci secondarie di appoggio alla voce di soprano come avveniva in certe villanelle alla napoletana. E il testo, molto semplice, è scritto in linguaggio moderno.
A noi appare squisitamente arcaicizzante la musica che contrasta in modo interessante col testo scritto in lingua napoletana moderna. E possiamo dire che le melodie della strofa e ritornello sono molto espressive, calibrate con molto buon gusto, che l’arrangiamento è splendido e che il massimo apprezzamento lo merita l’interpretazione, carica di pathos e di bellezza. Fantastico! La canzone napoletana continua la sua lunga storia annoverando oggi brano creato in Israele.
Te l’hè ‘a tènnere, e te sta zitto;
nun t’intromettere, e ‘a lassa sta!
e te ‘a tennere ‘e pisce d’’o sciummo
ca quanno sto a rriva ‘o mare
Chillo vo’ correre, nun te starà a sèntere,
statte ‘o posto tuio, ca nun ‘o può fermà!
Chillo vo’ correre, nu lo starà a sèntere,
statte ‘o posto tuio, ca nun ‘o può fermà!
Ca nun ‘o può fermà!…