Un menestrello girovago: Woody Guthrie
di Alessandra Cesarini
This land is your land… L’inno di Woody Guthrie: questa terra non sarà mai la terra del pioniere della canzone di protesta, anche se nelle celebrazioni del centenario della nascita, la celebre ballata echeggiava dalla Carnegie Hall fino a Wall Street, nell’anno (2012) in cui l’America ed il mondo intero si trovarono alle soglie di una nuova Grande Depressione, ed il nome del menestrello comunista forse faceva paura come allora. Indagato dall’FBI nel 1955, fu cancellato dalla lista nera per le gravi condizioni di salute e per mancanza di prove circa la sua appartenenza al Partito Comunista; dopo un lunga persecuzione l’artista, che aveva apposto sulla sua chitarra «Questa macchina uccide i fascisti», versava in pessimo stato.
La terribile malattia genetica, che lo colpì, incalzava; i comportamenti paranoici e la difficoltà ad impugnare la chitarra, lo portarono all’alcolismo, la sua vita senza regole, vissuta nel mito dell’artista girovago, era arrivata al capolinea. Il musicista aveva viaggiato in vari luoghi del territorio americano fermandosi a Brooklyn, a quei tempi considerata zona di periferia.
La diagnosi di alcolismo e schizofrenia, con cui fu assolto dall’FBI, lo condusse in un ospedale psichiatrico in New Jersey, dove permarrà fino alla morte dodici anni dopo. La chitarra troneggiava nella sua stanza anche se non poteva più suonarla, ma tra le mani dei suoi amici musicisti risorgeva nuovamente; soprattutto il giovane Bob Dylan andava spesso a trovare il suo mito. Fu colpito dal morbo di Huntington (una degenerazione dei neuroni), una condanna ereditaria che uccise anche la madre, e che pare fosse la causa, con i suoi attacchi di pazzia, degli incendi che avevano afflitto la sua infanzia e si ripeteranno nella sua famiglia: la sorella morta bambina, il padre ferito, perfino sua figlia, Cathy, uccisa tanti anni dopo in un altro incidente che lo gettò in una tremenda depressione, anche lui stesso rimase ferito al braccio. Una storia che sembra una saga familare….
Nacque il 14 luglio 1912, il suo vero nome Woodrow Wilson gli fu dato in onore al governatore del New Jersey; suo padre rappresenterà per Woody una vergogna, iscritto al Ku Klux Klan, era stato protagonista dell’efferato linciaggio di Laura e Lawrence Nelson. Guthrie si avvicinò per caso alla musica strimpellando la chitarra di uno zio durante la permanenza in Texas; rivendicava, con il famoso slogan antifascista che furoreggiava sullo strumento, la missione politica che le canzoni dovevano avere. Il suo combattivo impegno comunista è testimoniato dalla guerresca Round and Round Hitler’s Grave (Ballando sulla tomba di Hitler), scritta con Pete Seeger : “Vorrei vedere il vecchio Hitler con un cappio attorno al collo”.
Il brano, dal testo crudele e la ritmica ballabile, nel clima di guerra divenne un inaspettato successo, a tal punto che il gruppo fu ingaggiato per un’audizione nel 1942 alla sontuosa Rainbow Room, club nel Rockfeller Center a New York. Il provino si rivelò inutile perché gli Almanac Singers (il nome del gruppo di Woody) erano considerati propagandisti politici più che musicisti, ed il loro impegno antifascista era una missione da vivere in patria più che per intrattenere il pubblico con canzonette accattivanti. A quell’epoca appartengono anche i brani Tear the Fascists down (Abbattete i fascisti) e soprattutto All You Fascists Are Bound to Lose (Voi fascisti siete destinati a perdere), brano nel quale si sono cimentati in molti e che Guthrie iniziò a suonare con un nuovo gruppo chiamato The Headline Singers, del quale fecero parte Pete Seeger ed i musicisti neri Leadbelly, Sonny Terry e Brownie McGhee.
Significativo un episodio di un’esibizione narrato da Seeger: nel 1942 la band si esibì a Baltimora in un concerto, al termine del quale uno degli organizzatori invitò Guthrie a mangiare con loro, incitando però gli altri musicisti a mangiare in cucina perché erano di colore. Il cantante andò su tutte le furie ed urlò “La lotta contro il fascismo si combatte anche qui e ora!”, tirando la tovaglia e buttando in aria piatti e vettovaglie. Venne cacciato via con la forza.
Partecipò alla guerra contro i fascisti andando al fronte come membro della marina mercantile USA. Tornò in patria quando una delle navi fu colpita da un missile nel 1944. Finito il conflitto Hitler e Mussolini erano spariti, ma i nemici in patria incombevano come sempre: razzismo, segregazione e disuguaglianze sociali dilagavano nella società e nella cultura statunitense. In questi anni riprese una canzone che aveva accennato nel 1940, This Land Is Your Land, scritta come contraltare a God Bless America di Irving Berlin. Il brano riscattava un’America considerata terra di accoglienza e nelle prime versioni comparivano finanche alcuni versi contro la proprietà privata, scomparsi poi nel tempo. Nel 1950 tra le sue ultime denunce si evidenziano i testi di canzoni, inedite, indirizzati al costruttore Fred Trump da cui aveva affittato una casa a Brooklyn; Guthrie scoprì la politica razziale, con cui il padre dell’attuale Presidente gestiva le sue proprietà…
La malattia bloccò le sue battaglie e la sua eredità fu raccolta dal suo amico Pete Seeger, a cui seguirono una folta schiera di artisti della scena folk come Bob Dylan, Joan Baez, l’opera di Guthrie si ravvede anche nel rock di Springsteen, fino ad arrivare al panorama militante inglese e al punk di ieri e di oggi. Un menestrello girovago che voleva eliminare con le canzoni il fascismo e le ingiustizie. Un’aspirazione che ancora oggi è più attuale che mai.
Gli Almanac Singers cantano Round and Round Hitler’s Grave (Ballando sulla tomba di Hitler), scritta con Pete Seeger:
Tear the Fascists down (Abbattete i fascisti):
All You Fascists Are Bound to Lose (Voi fascisti siete destinati a perdere):
This Land Is Your Land L’ inno di Woody Guthrie:
Nella versione di Bob Dylan:
Ed ancora una versione di Pete Seeger e Bruce Springsteen: