Pianefforte ‘e notte, 1888
Cinque quartine per una poesia capolavoro, non ideale per farne una canzone per la squisita musicalità dei versi. Eppure più di un musicista si è cimentato nella difficile impresa. Ecco il testo originale e la traduzione in italiano di Pasolini e in seguito le più significative versioni della poesia-canzone.
Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.
è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!
Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità..
Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.
Traduzione in Italiano di P.P. Pasolini
Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
Carlo Missaglia
Missaglia canta con garbo facendo il possibile per rendere accattivante la musica di Enrico De Leva, che a molti appare inadeguata e infatti a suo tempo non ebbe successo, forse perché troppo raffinata.
Tito Schipa
Si deve al grande tenore la composizione della musica, fatta con melodie di grande bellezza. L’interpretazione è di alto livello, anche se avremmo preferito un’ emissione più delicata, una dinamica tra il piano e il mezzo-forte.
Fausto Cigliano
Stupendo il lavoro del maestro Rino Alfieri, arrangiamento di buon gusto, risultato finale di intenso pathos grazie al canto di un Cigliano molto ispirato. Anche in questo caso una dinamica vocale più tendente al piano forse avrebbe portato a un risultato ancora più suggestivo.
Paolo Moscatelli
Brano tratto dall’album «Bottega» dei f.lli Moscarelli. Versione opportunamente cantata a mezza voce, la parola ben delinea i versi e la musica, molto garbata, non sovrasta la parola, anzi la sostiene e ne accentua i significati. Una piacevole sorpresa.
Roberto De Simone e Raffaello Converso
Tratto dall’interessante album Armonie sperdute, del trittico digiacomiano è la canzone che meno si presta al ridondante arrangiamento di Roberto De Simone. Non è un giudizio di valore, che è indiscutibile, è questione di visione e di gusto e a noi sembra che il testo imponga una visione notturna, pacata, con sonorità delicate, pochi strumenti o meglio ancora solo un pianoforte.
Accordone – «Pianefforte ‘e notte» – «Reginella»
Versione recitata magnificamente da Marco Beasley con sottofondo essenziale e suggestivo del pianoforte di Guido Morini.