Sobborghi
Piero Ciampi – Gianni Marchetti, 1971
E poi, perché dici di amarmi? Per andare avanti? Dove?
Là? No.
Corso Vercelli, che negli anni del boom economico i milanesi erano soliti percorrere ammirando le vetrine di negozi e comprando, e dove anche Piero compra ”bellissime cose” con la sua donna, segna l’inizio d’una canzone che mostra il Ciampi capace di mettersi a nudo e raccontare in maniera cruda diretta, senza metafore, la difficoltà di rapporto di coppia ormai al crepuscolo, l’angoscia per l’inesorabile fine. Dopo Corso Vercelli, Ciampi ritorna con lea donna a San Siro, nella profonda periferia, e con lei vuole fare solo l’amore. E quindi l’immagine di un amore triste, che non sa più sognare, ma s’adegua invece a stanze buie. Piero Ciampi racconta così della passione che si svilisce, in un gesto senz’amore, in monotonia, nella morte dell’erotismo: Eros e Tánatos in una visione di tremendo impatto emotivo. La musica di Marchetti non stempera l’oscurità del dramma che si consuma, dell’amore consumato, senza più vita.
Canzone capolavoro segnata da un crudele insuccesso, quell’insuccesso che marcó tutto il fare creativo di un genio del tutto incompreso.
Sobborghi
Passeggiando per Corso Vercelli
compreremo bellissime cose
e nella pace di San Siro
sosteremo in un cortile.
Ed è là che ti voglio prendere
ma alla fine del principio
mi dirai sconvolta
«andiamo via di qui, non siamo più ragazzi».
E così finirà come sempre
dietro una porta chiusa a chiave,
sopra un letto disfatto,
dentro una stanza buia.
La luce delle stelle spenta
su due corpi comuni
che si muovono distanti
senza amore, sono avidi di sesso.
E poi, perché dici di amarmi? Per andare avanti? Dove?
Là. No.