Pietro Aretino: Sonetti e Dubbi amorosi di oscena comicità.
Pietro Aretino in un dipinto di Tiziano
Dubbio X
Sul cazzo che rizzato avea fra Carlo
giù dal balcon cascò suor Margherita,
le ruppe il culo e le salvò la vita.
Dovea perciò dolersi o ringraziarlo?
Risoluzione X
Se nel precipitar suor Margherita
non dava il cul sul cazzo di fra Carlo,
certo moria; onde ringraziarlo
dee che col cazzo suo le diè la vita.
Figura controversa, acclamato e riverito dalle più ricche corti d’Italia e allo stesso tempo temuto per la sua penna caustica e irriverente. Conosciuto soprattutto per i suoi “Sonetti lussuriosi” scritti su ispirazione dei dipinti erotici di Giulio Romano, Pietro Aretino non fu solo questo e lo sa bene la critica letteraria, che, nella seconda metà dello scorso secolo, lo ha ampiamente riabilitato. Scrittore mordace e irriverente, nonostante i nemici che inevitabilmente si fece. riuscì a mantenere salda la sua posizione.
Figlio di un Luca calzolaio (Arezzo, 19-20 aprile 1492 – Venezia, 21 ottobre 1556) , si trasferì ancora adolescente a Perugia, poi a Siena e di lì, protetto da Agostino Chigi, nella Roma di Leone X (1517 circa). Durante il conclave seguito alla morte di questo (1521) fece una clamorosa campagna scandalistica, che continuò anche dopo l’inaspettata elezione di Adriano VI, ritenendo poi opportuno, prima dell’arrivo del nuovo papa a Roma, di allontanarsene al seguito del cardinale Giulio de’ Medici. Fu poi alla corte dei Gonzaga e presso Giovanni dalle Bande Nere, con cui strinse una duratura amicizia. Tornò a Roma appena eletto papa Giulio de’ Medici (Clemente VII), ma l’ostilità del datario pontificio Giberti e un grave attentato subito lo costrinsero a raggiungere di nuovo Giovanni, che accompagnò fino alla morte di lui (1526). Si rifugiò quindi a Mantova (1526-27) e infine a Venezia, dove trovò sicura e stabile sede. Qui poté continuare, per mezzo di lettere, rime, satire, la sua attività di commentatore mordace degli uomini e degli eventi (di qui il titolo datogli dall’Ariosto di «flagello dei principi») e, in sostanza, di ricattatore. Nonostante assalti polemici, avventure e aggressioni, la sua posizione si mantenne salda; postuma (ormai nel clima controriformistico) giunse infine la condanna della Chiesa. Il suo gusto, che nell’apprezzamento delle arti figurative e della pittura veneta in ispecie si manifestò eccezionalmente sensibile, corrisponde al suo antipedantismo letterario, al rifiuto cioè di una scrittura mediocre e compassata, di accademia e di scuola, e alla ricerca di effetti sorprendenti, di un’imprevista e personale inventività.
Fu figura cruciale per il Rinascimento italiano, fu di fatto il primo critico e promotore d’arte, prima ancora di Giorgio Vasari. Era nato per pavoneggiarsi, inspirare e promuovere le trame di intrighi di palazzo, pur non avendo mai un ruolo politico ufficiale. Creó intorno a sé una sorta di “marchio distintivo” con una serie di oggetti d’arte che si fece creare con la sua effige da alcuni dei più importanti artisti dell’epoca, da inviare come omaggi ai potenti dell’epoca, come pegni della sua stima e della sua amicizia. Primo fra tutti vi è il ritratto che il suo amico Tiziano gli fece, che inviò a Cosimo I ora conservato a Palazzo Pitti.
La sua fu una vita di peripezie e fughe per i suoi scritti osceni e burle (non risparmiò neanche i papi) e in fine approdò a Venezia dove divenne un punto di riferimento culturale per l’Italia tutta. Grande fu il suo potere. Dispose di un vero e proprio harem vivendo da banchetto a banchetto, spendendo senza limiti in un lusso sfarzoso. Fece proprio quella che molti considerano una bella vita. Morí a Venezia sessantaquattrenne, sembra per ictus causado per ridere a crepapelle. Bel modo di lasciare questo mondo.
Lo ricordiamo qui, anche per ridere alla sua maniera, alcuni “Sonetti lussuriosi” e alcuni “Dubbi amorosi”. Ovviamente i suoi libri furono messi al bando e bruciati in pubblica piazza, ma fortunatamente sono giunti fino a noi.
Pietro Aretino – Sonetti lussuriosi – Sonetto IV –
Voce: Karl Esse
Nato a Macerata nel 1959, Sergio Carlacchiani (pseudonimi:Karl Esse – Sergio Pitti) è performer, attore, doppiatore, poeta e pittore.
Pietro Aretino – Sonetti lussuriosi – Sonetto XXIV –
Voce: Karl Esse
Pietro Aretino – Dubbi amorosi
Legge Davide Mauro