Ria Rosa, oggi 1899: cantante degli emigranti
Ria Rosa, all’anagrafe Maria Rosaria Liberti, nata a Napoli nel quartiere di Montecalvario il 2 settembre 1899, figlia di Angelo e Anna Carotenuto. È stata una delle più straordinarie interpreti della canzone napoletana. Debuttò giovanissima a soli 16 anni nella Sala Umberto di Napoli e divenne subito una delle cantanti più ricercate della scena napoletana, contesa dalle case editrici. Nel 1922 partì per una tournée in America, riscuotendo tanto successo da decidere di stabilirsi a New York. Lavorò prima con la Compagnia di Nicola Maldacea e in seguito ne fondò una sua con la quale mise in scena numerose «sceneggiate» che affrontavano alcuni dei temi più scabrosi del tempo.
Irruenta e passionale, ironica e drammatica, Ria Rosa non tardò a scandalizzare esibendosi più di una volta vestita da uomo, parlando con le sue canzoni del dramma delle ragazze madri e schierandosi a favore di Sacco e Vanzetti interpretando la canzone «A seggia elettrica», subendo minacce e rischiando l’espulsione dagli States. Antagonista di Gilda Mignonette nel contendersi il titolo di «regina degli emigrati», viene tutt’ora considerata la «nonna delle femministe».
Tornò spesso a Napoli, ma detestava il clima di regime che regnava nel Paese e non voleva competere con le più accomodanti Lina Cavalieri, Anna Fougez e Maria Campi. Per non parlare di Gilda Mignonette che non rifiutava, al contrario di quanto faceva Ria Rosa, lo champagne offerto dalle camicie nere.
Tornò l’ultima volta in Italia quando morì il tuo fraterno amico e maestro Ernesto Tagliaferri, cantando la sua bellissima «Chitarra nera», e decise di non rivedere più Napoli, stabilendosi definitivamente a New York, dove morì nel 1988.
Assolutamente insuperabile nel repertorio ironico, provocatorio, in qualche modo proto-femminista, fatto di canzoni come Preferisco il Novecento, Non mi seccare, Stu cazone co tiene a ffa, Nun so doce, so feroce, Nun me saccio rassignà, Fresca fresca… Straordinaria anche in canzoni drammatiche come Sotto ‘e cancelle, mentre in brani di tono nostalgico deve cedere qualche punto alla Mignonette, e anche per questo Gilda ebbe molto più successo. In ogni caso, tutti i dischi di Ria Rosa meritano la massima attenzione, vanno studiati, sono perfetti per cogliere certe atmosfere d’epoca e conoscere un repertorio sottovalutato.
Preferisco il ‘900
(Fusco-Valente)
«Non mi seccare»
(Gigi Pisano – Giuseppe Cioffi)
L’ultima tarantella
(Bovio – Tagliaferri) 1936
Comm’ ‘o Fuoco
(Pisano – Cioffi), 1935
Chitarra nera
(Bovio-Tagliaferri) 1937
Tarantella scugnizza
(L. Bovio – F. Albano)
A meglia voce
(Francesco Fiore -Nicola Valente),1929.