

Primo crimine
Ero appena un bambino.
Camminavo con mio nonno.
Camminavo per apprendere
dal cacciatore leggendario
un’arte millenaria.
Alessandro Alessandrini.
Solo il nome incuteva timore.
Come le sue armi.
Si andava verso l’alba, verso il cielo
nel bosco silente, incantato.
D’improvviso un canto armonioso
commuove la rugiada
riverbera nella nebbia e l’acclara.
Gioisce il silenzio,
sorridono gli alberi.
È richiamo d’amore,
richiamo fatale.
Don Alessandro indica il punto:
“solleva il cane” sussurra
“tranquillo e fermo il braccio,
ferma il respiro,
muovi solo il grilletto”.
Echi di guerra nella valle,
la rosa di piombo s’apre
violando l’aria,
ferendo foglie,
gelando il canto.
Cade lentamente
Senza un rumore
con le ali spezzate.
La terra s’ammorbidisce nell’attesa.
Il cencio di sangue ancora palpitante
tinge di rosso la rugiada.
Era solo un piccolo fringuello innamorato.