Pianista istintivo o razionale?
Siamo schiavi del segno scritto, impauriti, Urtext alla mano, poi impoveriamo la Musica.
Il segno ha la sola funzione di generare la nostra idea, nostra perché siamo noi a suonare, non Beethoven o Liszt, e poi, tanti autori hanno lasciato incisa la loro musica, il loro pensiero, e a che e’ servito? Ravel non suonava meglio di Michelangeli anzi, un giorno ascoltando alcune sue composizioni nella sua interpretazione disse: “non immaginavo di aver scritto musica cosi bella”.
I giovani musicisti, spesso cercano in adulti e vecchi, illuminazioni per suonare meglio. Addirittura per essere originali!!.
Per essere originali, ci vuole il coraggio delle proprie idee, delle proprie conoscenze senza essere condizionati dalla tradizione.
A me non frega un tubo ascoltare belle esecuzioni di musicisti che rispettano tutti i segni scritti se quei segni poi non rendono l’idea di chi li ha fatti rivivere, anche perché non potrà MAI essere possibile riprodurre il pensiero del compositore, noi ci illudiamo.
Non ho problemi a dire che mi annoio quasi sempre ai concerti, perché ho bisogno dell’essere umano UNICO, mi stufa il rigore se poi la Musica non rivive. Allora preferisco mille volte ascoltare il tanto insultato Cziffra, il tanto mortificato Fazil (che si fa poi“ perdonare”, quando suona la sonata in do maggiore di Haydn).
Quelli che suonano, hanno la loro UNICA e personale motivazione.
Quindi, bisogna essere aperti e rispettare tutti i modi di esprimersi, è chiaro che non parlo dei pigiatasti o dattilografi. Purtroppo oggi i conservatori di musica appartengono al “Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica!!”
Bisogna capire il brano attraverso ciò che ha lasciato scritto l’autore, ma il fine non è la realizzazione del suo segno, ma di un’idea, che deve nascere e perfezionarsi dentro di noi, allora tutto è lecito.
Naturalmente si cambia tante volte nella vita, si ripensa la tecnica, dall’articolazione spinta a dita immobili.
Si capisce che la MUSICA è la MUSICA, e lo strumento invece è il mezzo per concretizzarla, importante è sapere cosa si sta realizzando, e che il segno è li per aiutare il formularsi della nostra idea.
La musicalità poi è la capacità di far arrivare ad altri le emozioni delle nostre idee, quelle che l’Autore con i suoi segni ci ha fatto partorire ma non ha potuto certo fissare le sue sulla carta.
Come insegnante provoco nell’allievo la crescita interiore, fino a che l’allievo è in grado di partorire un’idea credibile, il mio compito poi è metterla in “ordine” ……Io aiuto il parto.
Horowitz non rispettava i segni eppure si è espresso, Michelangeli nemmeno, Cziffra, Fiorentino, Richter, Backaus ….Brendel rispetta i segni …..(è un paragone estremo, Grande rispetto per Brendel), ma ascoltiamolo nell’”Appassionata”….. rigore del segno, ascoltiamo invece Richter nel suo debutto americano, ero ragazzo ricordo ancora vivamente quell’esecuzione.
Per altri pareri, vi cito qualche passo da due libri molto belli: “Il pensiero laterale” di Edward De Bono, Edizioni Rizzoli del 1981:
“Vi sono persone che partoriscono sempre nuove idee e altre che sebbene intelligenti ne sono del tutto incapaci. il problema principale è che chi ragiona per logica difficilmente avrà creatività. La creatività è anche il frutto d’imprevedibilità. Da qui diciamo che le persone logiche hanno un pensiero verticale e quelli fecondi di idee, un pensiero laterale. Chi è veramente abile nell‘uso del pensiero laterale, non ha bisogno di modelli”
Del resto (dico io) le scoperte le fanno le persone irrazionali.
E Giulio Cogni: CHE COSA E’LA MUSICA, Edizioni Curci 1956:
“Bisogna ricordarsi che è differente un giudizio scientifico e tecnico da un giudizio artistico. I critici si occupano oggi molto della fedeltà filologica al testo ed è anche giusto per un obbligo morale al compositore, ma a volte non considerano che l’artista comunque dona all’opera principalmente la sua fedeltà, la sua capacità intuitiva di adesione geniale. Tutti gli artisti si immedesimano nella vita e ne vedono i toni e le vibrazioni. A tanti toni e ritmi vitali, corrispondono vibrazioni psichiche, interiori”.
Salvatore Orlando (da Pianoforum del 22. Mar 2008)