JAUME ARAGALL
Barcellona, 6 giugno 1939.
«L’ho amato, era il più reale di tutti i tenori. Non c’era nulla di fastidioso nelle sue esibizioni, qualcosa accadeva sempre quando era sul palco. Potevi credere in lui completamente, a parte il fatto che la voce stessa era molto, molto bella. Aveva una qualità che toccava il cuore, e tu eri non mai cosciente della tecnica o di qualsiasi altra cosa. Era una voce lirica molto grande, ma davvero lirica, argentea, tonda e affettuosa.
Richard Bonynge.
“La voce do Aragall è stata la più bella del secolo XX”
Luciano Pavarotti
Aveva 24 anni quando debuttò alla Scala di Milano nell’Amico Fritz:. mai un tenore cosí giovane aveva fatto impazzire il pubblico del teatro lirico più prestigioso del mondo. Quindi una carriera internazionale sommamente prestigiosa. Aveva iniziato i suoi studi di canto lirico a Barcellona con Jaime Francisco Puig percompletarli a Milano con Vladimir Badiali.
Le registrazioni discografiche non rendono giustizia a una voce ricchissima in armonici e timbri, di bellezza straordinaria nel registro medio e capace di acuti notevoli con un Do di grande potenza e luminosità. Ha cantato spesso in concerto canzoni napoletane e nel 1996, quindi già ultra cinquantenne, registrò un pregevole un cd per Discmedi intitolato Core ’ngrato accompagnato dall’Orquesta Sinfonica Del Gran Teatre Del Liceu diretta Javier Pérez Batista.
Ascolti:
Core `grato
Notevolissima versione, accorata, espressiva nelle stupende mezze-voci dal timbro ammaliante e negli stupendi acuti magnificamente immascherati, dalla suono levigato, argenteo, potentemente espressivo. Tra le piú ammirevoli versioni esistenti.
Orquesta Sinfonica del Gran Teatre del Liceu Javier Pérez Batista, conductor
‘O sole mio
Sul piano del canto espansivo, prorompente Caruso docet. Possiamo però dire che l’interpretazione di Aragall non sfigura, ammirevole non solo per la bellezza timbrica ma anche per lo slancio e la solarità, l’acuto finale ben timbrato,
La Danza
Registrazione in studio con accompagnamento dell’eccellente pianista Edelmiro Arnaltes. Dopo il superbo Caruso posteggiatore assurto a rango di tenore mitico non è facile interpretare questa tarantella. Aragall canta con un timbro chiaro, solare, con brio e buona tenuta ritmica. Sul piano degli accenti deve cedere qualcosa al tenore napoletano, superandolo però nel registro acuto,
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Registrazioni in concerto con accompagnamento della sensibile brava pianista Amparo García.
‘A vucchella
Opportunamente Aragall non tenta d’imitare l’inimitabile Caruso cantando con un stile autonomo, dizione incisiva, andamento moderato, emissione delicata con mezze voci stupende. Possono essere preferibili Caruso e Albanese però Aragall di fronte a questi colossi riesce a dire la sua, autonomamente.
Edelmiro Arnaltes, pianoforte, registrazione in studio.
Amparo García, pianoforte.
Pecchè?
Recital at Teatro Real, Madrid, 1998. Amparo García Cruells, al pianoforte è molto convincente. Aragall appare molto ispirato cercando toni dolenti con un canto sommamente melodico andando molto oltre lo sfoggio di buona tecnica e grande e bella voce.
Tu ca nun chiagne
Canto drammatico ed espansivo, dinamica ben calibrata, accenti persuasivi, acuti splendidi, perdonabile qualche cedimento di dizione napoletana. Possiamo dire infine che Aragall è tenore eccellente anche nel repertorio partenopeo, volando più alto dei più celebrati Domingo e Carreras, restando nell’ambito dei tenori spagnoli.
Recital at Teatro Real, Madrid, 1998. Amparo García Cruells, piano