Vincenzo Maltempo nella storia dell’interpretazione del concerto io. 15 di Brahms.
di Salvatore Orlando
La storia dell’interpretazione del Concerto di Brahms in re minore op.15 per pianoforte ed orchestra, ha dei punti di riferimento discografici molto diversi, particolarmente legati alla statura e all’affetto per gli esecutori che il rispetto storico non ha messo in discussione, spesso anche per la qualità delle registrazioni.
1936 W.HOROWITZ Amsterdam Concertgebouw Orchestra, 20/02/1936 direttore Bruno Walter (la sezione da 8:15 a 11:40 è del 1935 con Toscanini, perché l’unica registrazione esistente di questa esibizione era rotto.
1938 A.SCHNABEL Londra, 9/1 & 18/12/1938 con la London Philharmonic Orchestra diretta da George Szell).
1953 W.BACKHAUS Giugno, 1953 Wiener Philharmoniker diretta da Karl Böhm
1955 M.HESS con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Dimitri Mitropoulos
1958 L.Fleischer, Cleveland Orchestra direttore George Szell
1962 G.GOULD 6/04/1962 New York Philharmonic, direttore Leonard Bernstein
1966 L.GELBER, (Grand Prix Du Disque 1966) con the Munich Philharmonic Orchestra diretta da Franz Paul Decker
1972 E.GILELS, BPO direttore Eugen Jochum,
1983 K.ZIMMERMANN, Vienna Philharmonic Orchestra direttore Leonard Bernstein
2017 V.MALTEMPO, Mitteleuropa Orchestra live del 17/19 ottobre 2017 direttore Marco Guidarini
La scaletta storica in disco di questo concerto, ci permette di riflettere su alcune antiche registrazioni: Schnabel, con una esecuzione in studio (9/1 & 18/12/1938) con la London Philharmonic Orchestra diretta da George Szell. La qualità dell’audio non è granché e i vari editing di “pulitura del suono” non ci hanno lasciato molto delle tensioni espressive, della dinamica e dei colori, ma l’idea generale ci restituisce uno Schnabel che conosciamo molto bene dalle sonate di Beethoven, e l’approccio culturale al Brahms risente molto del pianista Bethoveniano, giusto per segnalare dei punti di riferimento molto diversi di questo concerto dalla doppia faccia, essendo Opera di Brahms giovanile con una tessitura dall’apparenza molto drammatica nel primo movimento.
Noi di una generazione ormai quasi vecchia, abbiamo amato anche quella di Horowitz e di Gould, che di Brahms hanno nulla…con il senno di poi è la statura e l’affetto per gli interpreti ad imporsi. Il discorso però è diverso per Gould, la cui lentezza esecutiva è così interessante e chiarificatrice del pensiero musicale, del procedere delle linee e della interessante resa della struttura ritmica e armonica, e nonostante Gould abbia dichiarato spesso la sua avversione per i romantici, (ricordiamo le distanze prese pubblicamente dal Direttore Leonard Berstein) questa esecuzione si fa ugualmente molto apprezzare.
Mantenendoci nella vecchia generazione, i veri contenuti li abbiamo con Fleischer, 1958 la cui esecuzione risente mentalmente della scuola di Schnabel, contenuti fortemente percepiti dall’esecutore e il suo Brahms suona autoritario e non drammatico nei suoi tre movimenti.
Backaus Gilels e Gelber (Grand Prix Du Disque 1966) ci hanno lasciato una testimonianza più drammaticamente Sinfonica di questo capolavoro, e più avanti il disco di Zimmermann, ma siamo già all’ormai lontano 1983 ed era un po’ di tempo che i concerti di Brahms mancavano da una discografia più recente, ed ecco appena usciti i due concerti, registrati dal vivo da Vincenzo Maltempo in due serate consecutive, e la cosa ha molto incuriosito.
L’approccio all’ascolto del primo concerto mi ha un po’ destabilizzato, l’inizio orchestrale non molto compatto e convincente e i tempi molto più lenti di quelli a cui siamo abituati. Andando avanti nell’ascolto, l’entrata del pianoforte non cambia le cose rispetto all’andamento, ma cambiano i temi Brahmsiani che appaiono molto più sereni nella loro semplicità, mostrandoci un Brahms per nulla drammatico. L’esecuzione procede con mille interrogativi per poi rasserenarci, convinti che questa visione ci piace, ed arriviamo al secondo e terzo movimento che personalmente trovo tra i più belli ascoltati.