Federico Mompou: La voce del silenzio.
Di Alessandra Cesarini
Federico Mompou nasce a Barcellona il 16 aprile 1893, discendente da una famiglia francese di costruttori di campane da cinque generazioni. Nella sua lunga vita, visse 94 anni, ha creato musica tra Barcellona e Parigi. Persona riservata come lui stesso si definiva ”uomo di poche parole e musicista di poche note”, la cui ispirazione era pervasa dalle atmosfere della sua Catalogna e al bivio con la cultura francese con la quale venne a contatto. Durante i lunghi soggiorni parigini dal 1911 al 1941 frequentò il “gruppo dei sei” e i poeti francesi, in particolare Paul Valery che fu citato nella Musica Callada, una delle opere pianistiche che hanno maggiormente espresso la sua essenza.
”Ho composto per me stesso, odio la musica di bravura, le grandi opere. Sono una persona semplice. Non penso al fatto di essere ascoltato da una sola persona o da migliaia di persone. Compongo al momento quando sento l’ ispirazione…Questo è il segreto…l’ispirazione è una specie di medium nel mondo spirituale…Io ricevo messaggi ma non so da dove provengano, arrivano in momenti inaspettati. Devi imparare ad aspettare. Ciò richiede pazienza. Non puoi sederti alla scrivania e cominciare a comporre. Devi sentirlo”.
La caratteristica della musica di Mompou è da ricercare non soltanto nel legame con la musica francese, in particolare con Gabriel Fauré, la cui musica folgorò il giovane Mompou a 14 anni ascoltando il Quintetto in Re minore op, 89, ma anche nel suo amore per Chopin che lo ha ispirato a comporre un ciclo di variazioni sul tema di un famoso Preludio.
I pezzi per piano di Mompou alludono costantemente alla sonorità del bronzo delle campane che risuona nelle sua musica, non solo nel brano “La fuente y la campana”, ma soprattutto nella Musica Callada: in questa composizione si possono ravvisare le meditative campane che rintoccano dolcemente tra la terra e il cielo.
Nella essenzialità della musica di Mompou possiamo incontrare laghi e fontane, le campane del villaggio, la passeggiata lungo le rive del fiume, l’immensa notte catalana con i suoi siderali bagliori, i brividi della gentile brezza serale, le grida provenienti dalle strade, il ritornello del chitarrista nei vicoli di Barcellona. Mompou non ha mai voluto recuperare il folklore ma amava usare le canzoni popolari catalane spesso reinventandole: Mompou è l’anima di chi canta la Catalogna, il flusso del danze accompagnate dal cajon sono la fonte di un sempre rinnovata estasi.
Nella produzione pianistica le sonorità sono spesso calme, a volte martellate, altre sussurrate, emergono poi melodie che evocano canzoni infantili o sonorità folkloristiche creando una luce sonora e piena. Tra note leggere e note profonde vi è una voce intermedia che produce melodie “cantate nel mezzo” come lo stesso Mompou indica nel pezzo Fête lontaine.
Le armonie di Mompou non sono mai totalmente consonanti o dissonanti; hanno bisogno del quasi-niente, un semitono, una nota aberrante che diventa “quasi un accordo perfetto” trasformandosi in imperfetto. Nel ricercare alternative all’imposizione di un nuovo linguaggio musicale, Mompou preferì trovare forme sconosciute di piacere nell’ascolto, un piacere inusitato e segreto.
Le Canciones y dances furono composte composte tra il 1921 e il 1963, alla domanda del perché il compositore avesse voluto far seguire ad una canzone una danza, Mompou rispondeva che gli interessava il contrasto tra lirismo e ritmo, per evitare una serie di canzoni e di danze. Ascoltiamo la VI della serie, nella quale la canzone è profondamente melanconica e minimale. Le tristezza viene esorcizzata dalla danza con la sua brillante effervescenza, in cui Mompou si immerge in un’atmosfera cubana-brasiliana ed argentina. Ecco l’esecuzione dell’autore:
Grande esecutrice di musica spagnola Alicia de Larrocha, che conobbe e frequentò Mompou, esegue Secreto, l’VIII de Las Impresiones Intimas (1912). Così disse Mompou :”Volevo soltanto esprimere alcune impressioni intime nella maniera più semplice possibile”.
Le Variaciones sobre un tema de Chopin (Preludio op. 28 n. 7 in La maggiore), nate inizialmente per violoncello, furono un progetto che non andò in porto, neanche proposto dal Royal Ballet of Covent Garden come balletto.
L’unica versione rimasta è quella per pianoforte qui eseguita meravigliosamente dal vivo da Daniil Trifonov:
Arianna Savall fa un omaggio al poema del mistico San Juan de la Cruz. Le parole che hanno ispirato Federico Mompou sono:“ La noche sosegada en par de los levantes de la aurora, la musica callada, la soledad sonora, la cena che recrea y enamora”.
La voce del silenzio si riferisce ad un silenzio che si trasforma in musica, quattro quaderni di brani composti tra il 1951 e 1967 ispirati dal verso di San Juan de la Cruz: Musica Callada; musica silenziosa ed interiore, la musica dell’anima che trasmette un’emozione segreta. In questa esecuzione dello stesso Mompou si evoca una canzone infantile, altro tema caro al musicista come i ricordi ed i suoni lontani…
Ascoltiamo adesso dalla serie di canzoni “Combact somni” basata sulle liriche del poeta catalano Janes “Damunt de tu només las flores” nella versione di Victoria de Los Angeles accompagnata dell’autore.
L’Oratorio “Los Improperios” dedicato a Poulenc:
Importante è la ricerca sonora del chitarrista Edoardo Catemario, ascoltiamolo nella “Cancion” della Suite Compostelana:
Ed infine ricollegandoci all’ascolto iniziale con la versione della “Cancion y dansas” della coreana Bell Chien, una versione elettronica dove ascoltiamo i rumori e le voci di sottofondo di una Barcellona attuale: