Da: Lettere d’amore a cento donne.
Madre
Se qualche volta quando ero bambino ti chiamai madre non so.
So che mai l’ho fatto quando si trascinò solitaria l’adolescenza.
Ne’ dopo, ai tempi della ribellione, dello sradicamento, dell’esodo.
Eri sfinge, maschera greca d’atavico dolore, di straziante bellezza.
Ti amavo in silenzio, ti temevo in silenzio ascoltavo i tuoi silenzi.
Appresi presto il potere del silenzio, appresi presto il dire musicale.
Eri donna incolta, dura come pietra, coraggiosa, indomita direi.
Infaticabile, ferma nei principi, battagliera, finanche saggia.
Portasti in quella Napoli devastata da un’assurda guerra altra linfa.
Quella linfa proterva e tenace della gente cercana all’Aspromonte.
Aspro, oscuro eloquente silenzio nel muoverti nella bolgia partenopea.
Sembravi estranea a quello sfavillio di colori e stridente polifonia di grida.
Nascesti nel disamore, vivesti nel disamore, invano rincorresti l’amore.
Vita grama la tua, briciole d’allegria per qualche terno azzeccato.
Tristezza innata ampliata dal sogno incompiuto d’avere una famiglia.
Una famiglia di sopravvissuti lontana dalla coesione, dall’armonia.
Eppure mi comprendesti, comprendesti i miei talenti, li appoggiasti.
Da te venne il primo pianoforte, da te vennero i primi libri, dai tuoi sacrifici.
Un pianoforte sorto dalla miseria, libri nel deserto della parola scritta.
Scintille di silenzioso amore verso un figlio capace di strane richieste.
So che in qualche momento hai gioito dei miei successi, hai provato orgoglio.
So che mi hai voluto bene, e che ancora me ne vuoi, anche se mai lo hai detto.
Posso dirti che ti ho voluto bene, e ancora te ne voglio anche se l’ho taciuto.
Posso dirti che tutti siamo stati vittime d’un’incultura e un’ignoranza.
Non ci sono colpevoli, rimproveri, rivalse e in fondo neppure rimpianti.
Ho appreso molte cose, ho superato molti esami senza andare a scuola.
Senza andare a scuola anche grazie a te, che comprendesti che ero estraneo al gregge.
Però il cammino dell’amore l’ho intrapreso da poco tempo e c’è strada da percorrere.
Siamo così lontani, parliamo lingue diverse, ma anche in spagnolo madre è madre.
In spagnolo mi è facile dirti: mamà, gracias por todo, incluso por tus silencios, te quiero.