Ha tutte le carte in regola, 1973
In Francia lo chiamano il poeta scorticato, le poète ecorché, quello che ti mette la carne viva sul tavolo». E qui abbiamo la canzone-manifesto dell’uomo Piero Ciampi. Manifesto di taglio esistenzialista nihilista. con cui Ciampi ci dice: “Sono uno che «vive male la sua vita / ma lo fa con grande amore».
E nel dirlo, srotola un grande tassello del poeta-uomo e della sua opera: una necessità amorosa estremamente difficile da gestire, una richiesta d’amore che riesce ad ottenere solo l’effetto contrario: una grande solitudine. Dal «preferisce stare solo / anche se gli costa caro» si rimbalza al particolare della storia intima del cantautore, che «ha amato tanto due donne / erano belle, bionde, alte, snelle / ma per lui non esistono più».
Ha tutte le carte in regola resta un toccante epitaffio che trae la sua forza dal perfetto gioco di equilibri che si crea tra la sincerità cruda, l’ironia dissacrante e certa disarmante tenerezza . Un’avvincente alternanza di stati d’animo a cui l’ascoltatore non può sottrarsi. «Questo è un miserere / senza lacrime. / Questo è il miserere / di chi non ha più illusioni». E l’ascoltatore sensibile non può sottrarsi alla commozione di fronte a questo dolente affresco poetico e sonoro che travalica e di molto il mondo della canzone per porsi in un spazio oltre lo spazio raggiungibile da pochi. Ciampi non poteva avere quel successo che toccò a un De André o a un Paoli, perché non perseguiva il successo, egli viveva senza rinunciare alla sua rissositá, incapace di presentarsi in pubblico sobrio e ben vestito, incapace di maschere, di compromessi. Il dramma della sua vita lo racconta con versi mai limati, mai addolciti, mai ben rimati. In realtà non racconta, vive il suo dramma in sala d’incisione o in palcoscenico mostrandosi cosí com’è: un vagabondo, prigioniero del vino, fragile da rasentare l’infantilismo, a tratti duro e sbruffone, sempre artista, poeta e non cantastorie, poeta tra i più originali del suo tempo, poeta senza mestiere che scrive versi senza metrica che si reggono da soli, le parole di un uomo che avendo toccato il fondo poteva dialogare con Dio, però la società del suo tempo, quando lo scoprì, lo escluse come aveva escluso Dio.
In qualche modo ricorda Bukowski.
Piero Ciampi
Gino Paoli
Lucio Dalla
Rene Aubry