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Voce ‘e notte: appunti per una storia dell’interpretazione.

22 mayo, 2021Erase un vez la canciónGianni Cesarini

Voce ‘e notte

Edoardo Nicolardi-Ernesto de Curtis

Composta nel  1903 e pubblicata nel 1904

Serenata del filone «poetiche e amare, tra le più suggestive di tutta a storia della canzone napoletana. Racconta di un uomo che canta sotto il balcone della donna da lui amata per dichiararle il suo sentimento, sebbene lei sia sposata con un altro uomo, che dorme al suo fianco. E’ componimento puramente autobiografico: infatti Nicolardi, all’età di 25 anni, si era innamorato di Anna Rossi, a sua volta innamorata del poeta. Ma erano altri tempi e la ragazza fu data in sposa dalla famiglia, per motivi puramente economici, ad un ricco commerciante ultrasettantenne, tale Pompeo Corbara. A differenza della canzone, però, la storia d’amore di Nicolardi trovò il suo lieto fine: quando Corbara, dopo poco tempo, morì, il poeta riuscì, finalmente, a coronare il suo sogno d’amore sposando l’ormai vedova Anna.

Si ‘sta voce te scéta ‘inta nuttata,
mentre t’astrigne ‘o sposo tujo vicino,
Statte scetata, si vuó’ stá scetata,
ma fa’ vedé ca duorme a suonno chino…

Nun ghí vicino ê llastre pe’ fá ‘a spia,
pecché nun puó sbagliá ‘sta voce è ‘a mia:
E’ ‘a stessa voce ‘e quanno tutt’e duje,
scurnuse, nce parlávamo cu ‘o «vvuje».

Si ‘sta voce te canta dinto core
chello ca nun te cerco e nun te dico;
tutto turmiento ‘e nu luntano ammore,
tutto ll’ammore ‘e nu turmiento antico…

Si te vène na smania ‘e vulé bene,
na smania ‘e vase córrere pe vvéne,
nu fuoco che t’abbrucia comm’a che,
vásate a chillo…che te ‘mporta ‘e me?

Si ‘sta voce, che chiagne ‘inta nuttata,
te sceta ‘o sposo, nun avé paura:
Dille ch’è senza nomme ‘a serenata,
dille ca dorme e che se rassicura…

Dille accussí: «Chi canta ‘int’a ‘sta via
o sarrá pazzo o more ‘e gelusia!
Starrá chiagnenno quacche ‘nfamitá…
Canta isso sulo…Ma che canta a fá?!…»

Tra le tante versioni di Voce ‘e notte, interpretata sia dai più grandi esponenti della musica partenopea che da cantanti lirici di fama mondiale, ne ho scelto dodici, che in qualche modo sono importanti nel tracciare una storia dell’interpretazione. Nel caso mi sia sfuggita qualche versione che supera quelle da ma indicate, non esitate a comunicarmelo, ve ne sarò grato.

Fernando De Lucia (1911)

Il divino De Lucia infonde al suo canto un pathos di una tristezza infinita. Andamento lento, vibrato largo, le sue caratteristiche note tenute (i celebri filati che lui chiamava «lacrime»). Purtroppo canta solo le prime due strofe.

  https://youtu.be/NCOsUKJQMfg

Tito Schipa (1940)

Orchestra un po’ roboante. La perfezione del canto e la squisita  musicalità di Schipa collocano questa versione tra le più ammirevoli tra quelle tenorili. Versione incompleta, solo le prime quattro strofe, al tempo del 78 giri non si poteva fare molto di più.

Francesco Albanese (1948)

Orchestra meno invadente, perfetta aderenza allo spartito,  canto più estroverso e passionale rispetto a Schipa. E’ interpretazione tenorile di massimo livello. Omette la terza e quarta strofa.

Peppino Di Capri (1959)

Sono affezionato a questa americaneggiante versione, che rompe nettamente con la tradizione, perché quando ero adolescente mi fece scoprire la canzone napoletana classica. Mancano strofe e molte sono le trasgressioni però dopo tanti anni, questa interpretazione conserva il forte feeling e il potere di presa sul pubblico. Ovviamente non è  la Voce ‘e notte voluta da Ernesto De Curtis.

https://youtu.be/4OISgh9ALCM

Roberto Murolo (1963-65)

Finalmente abbiamo un vera serenata, voce e chitarra. Una voce che ricama, dice, evoca, sobria, senza eccessi emotivi. Una meraviglia. Omesse la terza e quarta strofa. Si può sorvolare su qualche trasgressione melodica e ritmica rispetto alle indicazione di De Curtis.

Miranda Martino (1961)

Discutibile la citazione beethoveniana nell’arrangiamento di Morricone. Da dire che questa versione uscì solo in formato 45 giri nel 1961, precedendo i due LP che restano i capolavori dell’intera discografia di Miranda Martino. Anche in questo caso sono omesse la terza e quarta strofa. La voce della Martino è affascinate, misuratamente sensuale, dall’emissione ben calibrata e un fraseggio segnato da gusto sopraffino. Incantevole…

  https://youtu.be/_dhSZ8X3NBg

Mario Abbate (1975)

Mi sono ricreduto rispetto a ció che scrissi in un impietoso saggio pubblicato ben quarant’anni fa dal Mattino illustrato. Era successo che, da un giorno all’altro, il direttore Roberto Ciuni mi aveva imposto di occuparmi di canzone napoletana, ed essendo un critico di musica classica e lirica, abituato ad ascoltare con la partitura in mano, bastava una nota storta per far partire una stroncatura.  Riascoltando oggi questa versione, confermo che l’orchestra è un po’ stridente e lamento l’omissione della terza e quarta strofa. Però l’interpretazione vocale mi appare marcata da grande finezza di fraseggio, e un’intensa espressività: di spicco tra quelle registrate negli Sessanta-Settanta.

Mina (1996)

Finalmente ascoltiamo tutte e sei le strofe. Interpretazione marcata da una musicalità straordinaria, ricca d’inflessioni suggestive, forse di troppo qualche passo a voce spiegata. Però Mina non si discute.

https://youtu.be/Mb4o-rfMcBY

ACCORDONE  (2003)
Marco Beasley, voce
Guido Morini, pianoforte

Qualcuno potrebbe pensare che ho un debole per Marco Beasley (e anche per Gianni Lamagna) però non si può resistere alla commozione nell’ascoltare questa Voce è notte, in tutte le sue strofe, cesellata con un tono accorato e una musicalità di grande finezza.  Sarà possibile  andate più su di questa cifra espressiva?

Gianni Lamagna (2006)

Arrangiamento di Antonello Paliotti suggestivo con tocchi originali. Purtroppo taglio delle due strofe centrali. Canto sobriamente appassionato, belle modulazioni, canto scevro di pessimismo e disperazione. Come sempre l’intelligenza musicale di Lamagna e le sue doti vocali destano ammirazione.

Enzo Gragnaniello

Oddio! Un bluesman o Tom Waits alle prese con una serenata napoletana. Forse non piacerà ai puristi, ma sono indiscutibili l’intenso  pathos di, il tono disperato, la voce rotta dall’emozione, la chitarra lacerante….

https://youtu.be/29swQ8ayx3g

Dmitri Hvorostovsky  (2003)

Infine l’immenso baritono russo che sorprende non tanto per i suoi meravigliosi timbri vocali e la eloquenza del fraseggio, quanto per suo comprendere certo spirito napoletano. Orchestra e direttore non da meno. Una meraviglia… perdoniamo l’omissione delle due strofe centrali e qualche imprecisione di pronuncia.

https://youtu.be/CA-eyuKGNBA

Gianni Cesarini
http://www.hipocratesforever.com/
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Gianni Cesarini Fotógrafo – Musicólogo – Periodista – Escritor - Naturópata - Ecologista - Maestro de Masaje Wukong - Maestro de Meditación Ze.

Desde adolescente rechacé totalmente el sistema escolar para formarme esencialmente como autodidacta. Estudié, de manera profunda, filosofía, literatura, artes plásticas, siendo mi...

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