Letizia Calandra: Ninna nanna
Come molti sanno, tanti anni fa sono stato critico musicale del Mattino, artefice di troppe stroncature: peccati di gioventù. Poi andai via da Napoli per vivere esperienze diverse. Da qualche tempo ho ripreso a scrivere su fatti musicali e vari artisti mi inviano dischi, qui a Lanzarote evidente segno che non sono finito nell’oblio. Però non scrivo in veste di critico, scrivo per raccontare musiche, interpretazioni che alimentano la mia ricerca del bello, che mi emozionano. Libero di caporedattori posso scrivere senza limiti, anche di dischi non attuali, come questo di Letizia Calandra, che mi é giunto insieme ad altri quattro: scrigni di bellezza, latori di cultura e di sorprese.
Letizia Calandra è soprano dalla voce di rara belleza timbrica e interprete di grande raffinatezza, Maestra di buon gusto e di musicalità che sorprende e avvince.
Abbiamo diciassette ninna nanne in questo cd edito den 2008, alcune celebri e altre quasi sconosciute, come “Vieni o sonno”, tratta dalle ninna nanne popolaresche di Vincenzo Davico, nato nel Principato di Monaco, 1889 e volato tra le stelle a Roma, 8 dicembre 1969. Compositore interessante, discepolo di Max Reger e influenzato dalla musica francese da Ravel in avanti, è ormai pressoché dimenticato (ricordiamo un enigmatico notturno per pianoforte in Re maggiore in una stupenda interpretazione di Carlo Zecchi). Accompagnata più che bene dall’arpista Cecilia Andreis, il soprano incanta con un fraseggio sommamente evocativo, note “filate” calibrate alla perfezione, mezze-voci e pianissimo di opportuna dolcezza che pur conservano una sonorità piena, ricca di armonici.
Dalle ninna nanne popolaresche di Vincenzo Davico.
Totalmente sconosciuta, chiedo venia per questa mia ignoranza, la compositrice Anna Filippone del Bono la cui ”Ninna Nanna di Guerra» pubblicata nel 1916, mostra una scrittura non banale e una atmosfera non esattamente di berceuse, venata di tinte forti che la voce del soprano non esita a sottolineare. Al pianoforte molto brava Mirella del Bono.
”Ninna Nanna di Guerra»
Celeberrima invece la “Nana” di Manuel de Falla. Innumerevoli la interpretazioni tra le quali spiccano quella del mezzo-soprano Teresa Berganza e del soprano Victoria de los Angeles. Staccando un andamento più lento e fraseggiando in maniera più estroversa Letizia Calandra non fa rimpiangere le due mitiche cantanti spagnole. Rino Alfieri accompagna al piano con bel suono e il ritmo moderato conferisce al brano una sonorità ipnotica, ammaliante.
“Nana”Manuel De Falla.
Bizet la chiamava: “mi petit Mozart”. Compositrice e pianista di valore Cècile Chaminade è purtroppo dimenticata. Sono felice nello scoprire questo piccolo gioiello, “Viens prè de moi” proposta magistralmente dal soprano in stato di grazia, il cui canto ricco di sottigliezze ci pone di fronte a pura, cristallina bellezza. Al pianoforte, sempre bene. Mirella del Boni.
“Viens prè de moi”
Infine un sorprendente lied di Max Reger, severo contrappuntista post-brahmsiano in questo frangente capace di esprimere infinita dolcezza con una scrittura relativamente semplice. Al piano Emanuele Lippi, accompagnatore preciso e musicalmente notevole.
Wiegenlied, Op. 76: LII. Maria sitzt am Rosenhag