Keith Goodman, altro eroe napoletano.
Qualche giorno fa avemmo modo di scrivere sul lavoro di Girolamo De Simone, un’anomalia napoletana nel senso che si tratta di un musicista molto dotato e colto che non riceve l’appoggio e il consenso nella misura che gli si deve. Oggi è la volta di un’altra “anomalia”: Keith Goodman, che facendo salti mortali, senza appoggio alcuno delle istituzioni, riesce a tenere in vita un’orchestra dal 2009 portandola in tournee in Spagna e finanche in Cina.
Goodman, nato nel 1980, italoamericano formatosi al Conservatorio San Pietro a Majella dove ha conseguito i diplomi in pianoforte, composizione, direzione d’orchestra, strumentazione per banda, musica corale e direzione di coro. Quindi un musicista di vasta preparazione che si dedica principalmente alla direzione d’orchestra apparendo come degno successore di Francesco d’Avalos di cui è stato alunno, e alla composizione, che lo mostra autore di brani sinfonici, da camera e vocali di forte taglio neo-romantico mantenendo una filosofia nettamente conservatrice, nel senso che evita dissonanze e sperimentalismi per creare brani dove il fattore melodico gioca un ruolo fondamentale. Scrive musica sul fluire dell’ispirazione e dettata dall’emozione. Non cerca l’affetto, cerca espressione di sentimenti traducendoli in bellezza.
Da otto anni mantiene in vita miracolosamente l’Orchestra San Giovanni di Napoli, di quella città che dovrebbe fare della musica un vessillo culturale, dovrebbe essere la città della musica, e invece è città da cui i musicisti di valore (e non solo i musicisti) fanno bene ad abbandonare al suo degrado culturale (orchestra Scarlatti sparita, San Carlo Teatro per D’Angelo e Maradona, etc.). In Russia un musicista come Goodman sarebbe già un’autorità e avrebbe l’appoggio per mantenere decorosamente la sua orchestra e farla crescere in qualità e portarla in tutto mondo. Pero il maestro Goodman resiste nella sua Napoli, insiste, si fa in quattro e riesce senza mezzi a fare molto e potrebbe fare molto, molto di più se incontrasse l’appoggio statale giusto o lo sponsor giusto, un promotore giusto, la casa discografica giusta.
Diamo qui documenti di alcune sue interpretazioni e di una sua composizione. Ovviamente non si tratta di registrazioni professionali e quindi il suono è quel che è, pero sufficiente a dare la misura di un potenziale in divenire che andrebbe valorizzato, non ignorato e infine perduto.
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Nel primo brano, il Valzer di Shostakovich, registrato in Cina nel 2015 abbiamo un’ ammirevole esempio di compostezza, eleganza, scelta giusta del tempo e saggio uso della dinamica.
Valzer de Shostakovich bis dal concerto al Teatro di Zhuhai (Cina) 8 Novembre 2015
Segue una composizione di Goodman, la Romanza op.66 con una visione neoromantica vigorosa, tensione e distensione emotiva ben calibrata, bell’impasto sonoro. La parte centrale lievemente elegiaca porta a un climax coinvolgente. Esecuzione anche questa volta nel Teatro di Zhuhai in Cina.
E ora l’orchestra San Giovanni in azione nella sua Napoli con il Divertimento K 136 di Mozart suonato con serena allegria. Reduce a Salisburgo da due viaggi l’Italia, il sedicenne Mozart compose questo Divertimento in tre movimenti alla maniera della Sinfonia italiana. E Goodman punta a evidenziare l’italianità di questa quasi sinfonia facendo suonare l’incantatore tema dell’Allegro con tutto il suo incanto. E rende con opportuna chiarezza lo sviluppo in minore y squisita espressività il secondo episodio con violini e viole sul basso pizzicato. Con calore ed elegante fluisce l’Andante e il Presto finale chiude senza precipitazioni un’esecuzione esemplare.
Orchestra San Giovanni – K.Goodman
Napoli 15 Marzo 2014, Sala Sisto V, San Lorenzo Maggiore.
Tristemente ironica lettura di un celebre brano di Gounod, dove Goodman offre ampia prova della sua abilità nella concertazione: chiarezza di eloquio ed espressività in giusta simbiosi.
Orchestra San Giovanni – K.Goodman, direttore.
Teatro Bolivar, Napoli 6 Novembre 2011
Dulcis in fundo la trascrizione, de Goodman di una delle più canzoni napoletane. Lo spirito di ‘O paese d’o sole è colto splendidamente, crediamo che Vincenzo D’Annibale avrebbe apprezzato, forse meno Libero Bovio per l’assenza del suo meraviglioso testo. Trattasi di un bis dal concerto a Tarragona 1 settembre 2013 Teatro Metropol. Orchestra formata da musicisti provenienti da Joic Tarragona, Collegium Musicum Berlin, Orchestra S.Giovanni Napoli. K.Goodman, direttore