Vincenzo Di Chiara, autore quasi dimenticato di canzoni allegre e briose.
(Napoli 22 giugno 1864 – Bagnoli (Napoli) 12 gennaio1937)
Nulla si conosce della sua formazione musicale, e poco della sua biografia. Iniziò a comporre nella Napoli fin de siècle, stringendo amicizia con i maggiori compositori di canzoni napoletane dell’epoca: Denza, De Curtis, De Leva, Costa, Falvo, e da questi prese l’essenza dello scrivere sui pentagrammi melodie e ritmi per versi in lingua napoletana. Però il suo grande successo internazionale venne con una canzone in italiano: La Spagnola (1906), entrata in repertorio anche di celebri cantanti lirici. Dopo aver diviso parte della sua esistenza tra l’attività di bottegaio (gestiva un negozio di ferramenta, dove ebbe come commesso il geniale Salvatore Gambardella) e quella di compositore, decise di dedicarsi esclusivamente alla musica, si trasferì a Pozzuoli, diventando uno dei principali collaboratori della casa editrice Bideri. Nel 1892 conobbe il poeta Giovanni Capurro, con il quale pubblicò molte canzoni. Nello stesso tempo iniziò un fortunato sodalizio con Antonio Barbieri.
Tra le canzoni si Di Chiara ricordiamo:
‘A capa quanno ‘a miette? (1908, G. Capurro)
‘E cataplaseme (1895, G.Capurro)
‘E ffeste ‘e Napule (1918, E. Murolo)
‘E tre chiuove (1894, G. Capurro)
‘E zzite cuntignose (1896, G. Capurro)
‘O parulaniello (1894, G. Capurro)
‘Opputite immaginà (1917, A. Barbieri)
‘ Ciucculata (1898, G. Capurro)
‘ Vongola (1892, G. Capurro)
‘A bella de belle (1900, G, Capurro)
‘A chitarrella (1892, E. Minichini)
‘A tossa (1894, G. Capurro, interpretata per la prima volta da Emilia Penco, vedette del teatro Giardino delle feste).
‘O marito (1899, G. Capurro)
‘O scrivano (1894, V, Stoppelli)
Aggiùsaputo (1901, L. Fragna)
Ammore ¡e mo (1900)
Ammore passato (1907, id.)
Bella mia! (1909, A. Barbieri)
Birbantella (1905, A. Barbieri)
Catarì (1892, G. Capurro)
Che paraviso! (1922, R. Chiurazzi)
Cutignè, cutigni, cutignà (1900. G. Capurro)
Dimme sì (1893, R. Cardone)
Fronne fronne (Piedigrotta 1902, P. Cinquegrana)
Gira … (1906, A. Capurro)
Guardanno ‘o mare (1894, G. Capurro)
Lucia (1907, G. Casilli)
Margarì duorme (1907, G. Casilli)
Mariquita (1901, B. Cantalamessa)
Mbraccia a me! (1895, A. Barbieri) rielaborata da autori greci, divenne un classico della canzone ellenica.
Mia suocera! (1899, G. Capurro)
Nanninella (1906, A. Barbieri, lanciata da Elvira Donnarumma al teatro Eldorado)
Ngiulinè (1909, A. Barbieri)
Palomma mia! (1901, G. Capurro)
Piccerella, picceré! (1899. G.B.De Curtis)
Popolo pò (1917, E. Murolo, interpretata da E. Donnarumma al teatro Trianon e da I. Ailema al teatro Miramare)
Povera guagliona (1894. G. Capurro)
Quanno l’ommo vo marcià (1897, G. Capurro, cantata da Giuseppina Calligaris al Circo delle varietà)
Quanto è bella! (1899, G. Capurro)
Rosa the! (1912, suo testo)
Rosa, Rusella (1904, P. Cinquegrana)
Serata è paravise (1901, G. Casilli)
Strigne! Strigne! (1911, su suo testo)
Te si scurdato (1908, A. Califano)
Teniteme presente (1903, A. Barbieri)
Tuppete tuppete (1898, P. Cinquegrana)
Tutta bella! (1905, A. Barbieri)
Uocchie chiare (1899, T. Rovito)
Vase e prumesse (1900, L. Fragna?)
Vocca e vocca (1915, A. Barbieri)
Vòtete ‘a ccà, vòtete ‘a llà (1900 G. Capurro)
Di Chiara fu compositore non particolarmente dotato sul piano tecnico, però forte di una vena creativa istintiva che gli permise comporre un gran numero di canzoni che marcarono un’epoca, basate su uno spirito gioioso, spensierato, allegro, malizioso e scevro di volgarità. Musiche costruite con melodie semplici, leggere e accattivanti, mosse da ritmi fluidi di netto sapore napoletano, tarantella in primis. E’ un artista da rivalutare. In massima parte le sue canzoni sono finite nell’oblio e alcune andrebbero riproposte, per lo meno in incisioni discografiche d’epoca.
‘Mbraccio a mme, 1895
(Barbieri- Di Chiara)
Stupenda interpretazione di un vero Maestro….
Vittorio Parisi
Questa scoperta greca la devo alla passione e competenza di Ciro Daniele.
Δε σε θελω πια, 1η(;) εκτελεση 1910
Famosa canzone incisa dalla Estoudiantina griega, a Esmirne e Constantinopolis intorno al 1910 (disco Grammophono G.C. 14586 e Victor 63523-B) e basata sulla música di Di Chiara.
Γλυκερία – Δε Σε Θέλω Πια
Versione molto più attuale, tratta dal concerto «Tributo all’ Asia Minore» che ebbe luogo nel 2003 a Herodión, con la presenza di Giorgos Dalaras, Glykeria, Estudiandina Nea Ionia y Areti Ketme. Esistono decine d’altre interpretazioni di questa canzone, mitica in Grecia.
La Spagnola (1906)
Pur essendo quasi un bolero e di colore tipicamente spagnolo questo brano resta un emblema della canzone italiana del nuovo secolo. Divenne popolarissima ed entrò nel repertorio di quasi tutte le vedettes del café–chantant. La cantarono anche Elvira Donnarumma, Lina Cavalieri e cantanti lirici del calibro di Rosa Ponselle e Francesco Albanese. Contribuì fortemente il passaggio dalla canzone maliziosa tipica del café–chantant napoletano alla canzone sentimentale di carattere popolaresco di grande impatto sul pubblico.
ROSA PONSELLE, voce meravigliosa….
Lollobrigida Gina, incanto, charme, classe… bellezza sublime.
FRANCESCO ALBANESE (registrata nel 1951). Il tenore che non sbaglia un colpo….stile, attenzione al testo, niente grida e effetti inutili…
Due raritá, canta Alfredo Cibelli…
Rosa thé, 1912
(Di Chiara)
Felice Dobrilla (Alfredo Cibelli)
Vocca e Vocca, 1915
(Barbieri-Di Chiara)
Alfredo Cibelli
Popolo po’, 1919
(Ernesto Murolo- Di Chiara)
Elvira Donnarumma. La resa fonica non aiuta, però sufficiente a darci la misura di un’i’interprete magnifica.
Sergio Bruni, il Maestro dei Maestri….