Eduardo Alfieri, 9 di ottobre 1930-1 dicembre 2000: eccellente musicista che marcò un’epoca.
Nacque a Napoli, in via Foria, studiò composizione con Gino Campese e con suo zio Amleto Alfieri, e dedicó tutta la sua vita alla composizione, alle orchestrazioni, alla direzione d’orchestra e all’accompagnamento al pianoforte di cantanti, iniziando con Gennaro Pasquariello e terminando con Mario Trevi. Non accettò il ruolo d’insegnante essendo altra la sua missione: quella di portare luce con un lavoro di qualità nel tempo in cui la canzone napoletana decadeva inesorabilmente. Era l’epoca dei Festivals e anche del grande sviluppo della sceneggiata e delle canzoni di malavita.
Eduardo Alfieri è stato un autore molto prolifico, abbracciando tutti i generi della canzone e componendo anche per il teatro e per il cinema. Dagli inizi degli anni Cinquanta fin quasi alla sua fine ebbe un ruolo centrale nel mondo della canzone e ne marcó la storia.
Buon melodista, eccellente nei brani briosi, allegri, comici, forte anche di fronte a temi drammatici, mostró una versatilità rara e una capacità di scrivere sui versi senza mai sopraffarli, con la ferma intenzione di far sì che le parole suonassero con la massima chiarezza, espressività, significato. Per questo un gran numero di autori di testi si rivolgevano a lui. Aveva un sommo rispetto per il verso e il lavoro altrui, ed essendo nato sotto il segno della Bilancia, anelava una bellezza misurata, equilibrata cercando il suono bello e giusto per ogni parola.
Devo dire che non conosco il lavoro di Alfieri per il cinema e per la sceneggiata, e magari in futuro rimedierò a questa lacuna. Questo post vuole ricordare l’Alfieri autore nei generi più classici e l’arrangiatore, considerando che visse e lavorò quando la canzone si muoveva al ritmo di quei tempi e che i poeti e parolieri dovevano porsi in carreggiata nel tempo della ricostruzione post-bellica, la euforia degli anni Sessanta con la ·rivoluzione giovanile”, il rock&roll, i Beatles etc. Quindi non ha senso alcuno paragonare l’epoca di Palomba e Pisano con quella del Di Giacomo e Ferdinando Russo.
Eduardo Alfieri va visto come protagonista in un ambito artistico e spettacolare in crisi. Egli seppe far fronte alla crisi con intelligenza, evitando arrangiamenti prolissi e rumorosi, di seguire pedissequamente le mode. Seppe essere sempre e solo se stesso, con la sua sensibilità e il suo stile votato a un modo di far musica sempre raffinato senza sacrificare l’eloquenza, sempre elegante senza sacrificare il pathos.
Tarantella napoletana (strumentale)
Il Maestro Alfieri ha registrato varie canzoni napoletane in versioni strumentali, affidando in generale le melodie ai mandolini. Lavoro pregevole d’orchestrazioni mai pletoriche, mai sovrabbondanti, sempre sorrette da un gusto squisito alla ricerca e realizzazione dei colori giusti, delle armonie chiare, strumentazione essenziali senza inutili barocchismi, andamenti appropriati, senza eccessi nella scelta di tempi troppo lenti o troppo veloci. Anche l’agogica è misurata, non permettendo ai cantanti arbitrii o licenze eccessive. Questa tarantella affidata quasi esclusivamente ai mandolini ne è prova.
Torna a Surriento (strumentale)
Orchestra Italiana · Alfieri
Ed ora questa famosissima canzone in un arrangiamento per orchestra, dove si mantiene il tono sobrio, con chiarezza d’enunciazione e un cantare dei mandolini di pathos schiettamente napoletano senza strafare. Notate la delicatezza dell’accompagnamento ritmico senza bassi roboanti, senza rumore, solo poesia.
Ricuordete ‘e me!…
(versi e musica di Enzo Tufano)
Qui abbiamo un esempio delle qualità di Alfieri pianista, che esegue una canzone di Enzo Tufano che fu cavallo di battaglia di Mario Merola,
Registrazione evidentemente casalinga, interessante per meglio comprendere il modo di far musica di Eduardo Alfieri, sempre chiaro, composto ed espressivo al punto giusto.
»E malelengue, 1953
(Aniello Langella-E. Alfieri)
Graziosa divertente canzone che mostra Alfieri compositore di musica briosa, con reminiscenze tarantellesche.
Piscaturella, 1956
(Gigi Pisano-E. Alfieri)
Tratto dalla trasmissione «Mille canzoni di mezzo secolo”, in onda sull’emittente Napoli Canale 21, Mario Trevi si esibisce, accompagnato dal M° Eduardo Alfieri, con il brano «Piscaturella”, una delle più accattivanti melodie create da Alfieri. Canzone classica del dopoguerra, interpretata da vari grandi cantanti, a cominciare da Sergio Bruni.
‘A sunnambula, 1957
(Gigi Pisano-E. Alfieri)
Fierro cantó per primo portò al successo questa divertente canzone incisa da molti artisti: Giacomo Rondinella, Mario Abbate, Sergio Bruni, Mario Trevi…. È forse il maggior successo di Alfieri, è musica ispirata, felice. Renato Carosone contribuì fortemente al suo successo.
‘O lupo, 1957
(Dioniso Sgueglia- E. Alfieri)
È tra le melodie più espressive del Maestro Alfieri, canzone classica. Sergio Bruni, “la Voce di Napoli” ne ha inciso una stupenda versione, molto nota. Ottima anche la garbata versione di Mauro Caputo, Qui propongo un’altra bella voce meno fortunata, meno ammirata, ma degna d’essere ascoltata, quella di Nino Fiore.
Celeste, 1960
(Salvatore Palomba-E. Alfieri)
Mina la divina rende bellissima una bella canzone,
‘Na catena ‘e lacreme, 1965
(Iverta – Manzoni- E. Alfieri)
Brano in cui compare anche Mario Trevi (con lo pseudonimo »Iverta») tra gli autori.
Canzone di livello alto che merita un suo posto nella storia, espressiva la melodia ed eccellente l’arrangiamento di Eduardo Alfieri.
‘O Matusa, 1967
(SalvatorePalomba-E. Alfieri)
Canzone vincitrice del XV° Festival di Napoli. Un Festival segnato da un livello basso. Unica vittoria festivaliera di Alfieri, avrebbe meritato di più, però si sa bene cosa succedeva: erano i festivals delle ingiustizie e dei soprusi.
Io rido pe’ nun chiagnere, 1973
(Peppino Russo – E Alfieri)
Mirna Doris, la “sirena di Marechiaro”, sirena appassionata dalla voce di timbro stupendo, qui in una canzone che merita un ricordo, soprattutto per la potente interpretazione e la accattivante melodia del Maestro Alfieri.
Ipocrisia
(Pino Giordano – E. Alfieri, 1975)
Tra le canzoni del Maestro Alfieri che hanno avuto maggior successo c’è «Ipocrisia», il cui testo è di Pino Giordano. Fu lanciata da Angela Luce al Festival di Sanremo del 1975 classificandosi al 2° posto. E’ divenuta celebre a livello internazionale anche per le numerose versioni che ne sono state fatte in America latina (l’ultima da Marc Anthony).
‘O treno d’ ò sole, 1975
(Giuseppe Palumbo-E. Alfieri)
Mario Merola non è artista con cui entro facilmente in sintonia. In questo caso, però, devo ammettere che il risultato del lavoro di Palomba e Alfieri e la stessa interpretazione del cantante ne fanno un brano toccante, soprattutto per i napoletani che vivono lontano dalla loro città. Una gran bella canzone.
Il babà è una cosa seria, 1989
(Salvatore Palomba-E. Alfieri)
Sanremo 1989, canzone ironica al quadrato, interpretata mirabilmente da Marisa Laurito.